Primo giorno da calciatore biancoverde per Constantin Nica, ingaggiato in prestito con diritto di riscatto dall'Atalanta. Prima dell'inizio della seduta di allenamento pomeridiana, allo stadio "Il Castagneto" di Sturno, il terzino destro di nazionalità rumena si è presentato a stampa e tifosi.
La squadra prima di tutto - «Sotto l'aspetto personale non ho particolari ambizioni» - esordisce il classe 1993 - «L'importante sono gli obiettivi di squadra. Quello dell'Avellino è andare in Serie A. Questo gruppo ha tutte le carte in regola per centrare questo traguardo. Le mie caratteristiche? Sono un calciatore veloce e forte fisicamente, come avrete modo di vedere».
La conoscenza dei nuovi compagni di squadra - «Oggi ho parlato un po' con tutti i ragazzi. Sono calciatori di valore. Ho la convinzione che saremo uno spogliatoio compatto».
Voglia di affermarsi - «Ho trascorso il primo anno in Italia tra le fila dell'Atalanta: ho provato a far bene, ma la concorrenza, soprattutto sulla fascia destra, era molto elevata. Nella scorsa stagione ho giocato a Cesena. Ho maturato un grande rispetto per il presidente, quando sono stato chiamato in causa ho giocato bene, ma non sono riuscito a ritagliarmi un grande spazio. Ora sono pronto per questa nuova avventura».
Il nuovo mister - «Ho sentito e letto tante buone cose su Tesser. Gli ho parlato e mi ha fatto subito un'ottima impressione. È una brava persona e un tecnico preparato. Adesso dipende solo da noi mettere in pratica le indicazioni dell'allenatore».
La posizione in campo - «Posso giocare anche sull'out mancino. L'importante è giocare».
La tifoseria biancoverde - «So che quella avellinese è una piazza esigente. Dipende tutto, però, dall'atteggiamento in campo: se sei pronto e sicuro il pubblico è con te. Se sei scarso, anche in termini di impegno, è normale essere contestati».
La scelta Avellino - «Non ho avuto modo di parlare molto con il mio procuratore in merito alle offerte ricevute, ma appena ho saputo della possibilità di giocare ad Avellino non ci ho pensato su due volte ad accettare. So, comunque, che c'erano richieste dal Portogallo e dalla Svezia».
Marco Festa