Nei giardini di Villa Solimene, dopo il presidente Angelo Antonio D'Agostino, ha preso la parola suo figlio Giovanni, amministratore unico della IDC: “Possiamo migliorare, credo che non siamo nemmeno al 30 per cento di quello che possiamo esprimere. C’è stata una risposta importantissima da parte dei tifosi. Abbiamo provato a colmare la distanza con loro attraverso la Fidelity Card. Poi ci sono state le iniziative a Natale, a Pasqua, concludendo con “Lupo sulla pelle”, cioè quella di poter scrivere i propri nomi sulla maglia dei playoff. Tutto ciò serviva per riavvicinare i tifosi all’Avellino. Volevamo riqualificare il nome, ci siamo accorti che era necessario per tutto quello che era successo nel recente passato. La mancanza dei tifosi si è sentita, li abbiamo visti solo con il Padova, ma solo fuori allo stadio ce n’erano diverse migliaia e questo ci riempie di orgoglio. Ringrazio tutti coloro che fanno le ore piccole per l’Avellino, dai giornalisti ai tifosi agli sponsor passando per direttore e allenatore. Non potevamo non dare continuità a questo progetto. Il settore giovanile? Il progetto Youth sta crescendo, con tanti tesserati irpini. C’è un discorso lungo, che si aggancia alle strutture. La dimensione dell’Avellino è la Serie B, ce la meritiamo. Ma per arrivarci bisogna crescere, anche a livello di strutture. Le difficoltà per trovare un ritiro sono enormi: a Sturno c’è il campo per il ritiro, ma accanto non ci sono le strutture giuste. Abbiamo costruito 10 rose per il settore giovanile, ringrazio i sindaci delle sedi che ci hanno accolti e che fanno crescere i nostri ragazzi. Dobbiamo crescere come città e provincia a livello strutturale”.
Giovanni D'Agostino: "Avanti nel segno della continuità. Il ritiro a Sturno..."
L'amministratore unico della IDC: "Felici di aver riavvicinato i tifosi con tante iniziative"
Avellino.