Adesso non ci sono più dubbi. Piero Braglia guiderà ancora l'Avellino, almeno per un'altra stagione. Dopo aver vincolato la propria permanenza alla costruzione di una squadra da vertice; atteso la fine del campionato per discutere il suo rinnovo, l'allenatore è pronto a ripartire con la missione di provare a portare i biancoverdi in Serie B direttamente, senza passare dai playoff. Le naturali scorie nei rapporti interpersonali, emerse nel corso di un'annata agonistica lunga e logorante, che sembravano poter compromettere la sua conferma, sono state spazzate via dai risultati ottenuti sul campo in tandem con il direttore sportivo Di Somma, anch'esso confermato. Caduta nel vuoto l'idea del Bari di portarlo in Puglia, i sondaggi di Cosenza e Sambenedettese: si ricomincia dalla semifinale playoff, con la necessità di correggere gli inevitabili errori commessi da tutte le parti in gioco, ma da non ripetere per ambire al massimo. Si va avanti, però, soprattutto, da una base solida, quella di un organico con 18 calciatori di proprietà, che andrà potenziato ma non avrà necessità di essere stravolto o rivoluzionato.
L'incontro tanto atteso si è tenuto in gran segreto nella serata di ieri, a Roma: a metà strada tra Grosseto e Avellino. Tecnico e diesse hanno a lungo dialogato con Giovanni D'Agostino e c'è voluto poco per capire che oltre ogni fisiologica riflessione la strada della continuità è quella che può dare più soddisfazioni. Venerdì è in programma un nuovo incontro, con ogni probabilità alla presenza del presidente Angelo Antonio D'Agostino, per procedere alla formalizzazione degli accordi e, a seguire, si terrà una conferenza stampa per segnare il primo giorno del nuovo, vecchio, corso. “Ho avanti ancora due anni di carriera e voglio fare meglio di quanto fatto quest'anno” aveva dichiarato Braglia dopo Avellino – Padova. Una “fame” condivisa dalla società, un presupposto pieno zeppo di ambizioni da cui ripartire per la gioia dei tifosi biancoverdi.