"L'emozione non si può nascondere. Arriva dal cuore ed è evidente. Oggi abbiamo avuto qualche tifoso, con 150 accrediti dei tifosi anche del nord e sono stati veramente calorosi, affettuosi. Ritroviamo qualche coro che ci appartiene". Ecco il commento di Angelo Antonio D'Agostino, al termine di Südtirol-Avellino 1-0, ai microfoni di "Focus Serie C - 0825" sul canale 696 TV OttoChannel, intervistato da Marco Festa a Bolzano: "Cosa ho pensato all'espulsione? Che si mettesse male. Giocare con uno in meno per più di un'ora: ho pensato che la strada fosse in salita. Loro sono forti, grossi. L'hanno dimostrato nelle due sfide, ma siamo in semifinale. Ora ci dobbiamo credere. - ha affermato il presidente dell'Avellino - La Serie B? Sentiamo la voglia di tuttio un popolo ed è un dovere accontentare i tifosi. Stiamo lavorando, siamo partiti da zero e dovremo giocarcela. La squadra era stata pensata per provare a vincere e salutare la categoria. Un tifo come Avellino non merita la C, merita molto di più".
Le motivazioni: "Negli spogliatoi mi hanno buttato in aria, come ormai da rito. È un gruppo bellissimo. Siamo motivati, ma allo stesso tempo siamo ancora lontani dall'obiettivo. Siamo tra le quattro e ora testa a domenica. Giocare ogni tre giorni non è semplice, ma siamo ben motivati a fare bene. Ce la possiamo giocare e ci crederemo fino all'ultimo. Il Padova ha subito tre gol, ci dobbiamo credere. Siamo una squadra tosta. Anche mister Vecchi ci ha fatto i complimenti: la squadra sa imporsi. L'obiettivo forse è stato anche superato rispetto alle previsioni, ma ora dobbiamo lottare fino alla fine. Finale anticipata con il Padova? No. È una gara come le altre. Dobbiamo superare il turno e poi pensare alla vera finale. Sarà il campo a dire la sua".
Il pubblico sugli spalti: "Ci sarà una riunione di Lega sulle presenze. Non possono superare quota mille, ma è bello vedere il pubblico. Abbiamo fatto un anno di sofferenza, loro più di noi. Speriamo sia il passato, già dalla prossima, anche in casa, ci saranno i tifosi in più, per sentire i cori come oggi".