L'allenatore dell'Avellino, Piero Braglia, non ci sta. Vulcanico sì, ma violento no. L'allenatore dei biancoverdi ha deciso di fare chiarezza in merito al concitato finale di gara con il Palermo, domenica scorsa, al "Barbera", valido per l'andata del secondo turno della fase nazionale dei playoff: “Ho letto di tutto in questi giorni. È doveroso raccontare come sono andate le cose realmente e chiudere definitivamente una vicenda davvero incresciosa. Premetto che Jeremie Broh è stato un mio calciatore a Cosenza. Lo conosco bene e con lui ho un ottimo rapporto. A fine gara, dopo aver perso all’ottantottesimo minuto su calcio di rigore, non ho pensato a salutare gli avversari ma a tirar dritto negli spogliatoi. Il parapiglia che si è creato dopo non mi ha visto protagonista ed è palese, basta analizzare oggettivamente foto e video, che non ho mai messo le mani al collo di Accardi ma ho solo cercato di togliere il braccio di Baraye che, a sua volta, è corso lì per difendere il sottoscritto. Sono nel mondo del calcio da ben 52 anni. Da circa 30 faccio l’allenatore. Non ho mai aggredito un calciatore avversario e non inizio ora. Detto questo, pensiamo a domani!”.
Braglia: "Mai messo le mani al collo di Accardi"
La nota dell'allenatore biancoverde per fare chiarezza sul concitato finale di gara a Palermo
Avellino.