Lo aveva annunciato Domenico De Simone all'antiviglia di Cavese – Avellino, lo ha confermato il Salvatore Di Somma in collegamento telefonico con 696 TV OttoChannel. Lontano da occhi indiscreti, i biancoverdi lavorano su moduli alternativi al 3-5-2, che è stato e continuerà a essere il sistema di gioco di riferimento anche nei playoff. Gare da dentro o fuori, le più imprevedibili in assoluto, in cui potrebbe esserci la necessità di fare la partita; di essere costretti a vincere; di rimontare per andare avanti e non essere eliminati. Meglio, perciò, giocare d'anticipo per essere pronti a ridisegnarsi, a reinventarsi: all'occorrenza, a partita in corso, ma pure dall'inizio. Al “Partenio-Lombardi”, dove oggi è ripresa la preparazione in vista dell'esordio nel primo turno nazionale, il prossimo 23 maggio, si continuano a testare tre assetti tattici in particolare: il 4-3-1-2, il 4-4-2 e il 4-3-3. Questo, invece, il probabile undici di partenza con il rodato 3-5-2 (mutabile in una mossa pure in un 3-4-1-2 con Errico o De Francesco trequartisti).
Avellino (3-5-2): Forte; Laezza, Dossena, Illanes; Ciancio, Carriero, Aloi, D'Angelo, Tito; Maniero, Fella.
L'Avellino con il 4-3-1-2 – Così l'Avellino ha già giocato nel secondo tempo a Vibo Valentia, per cercare di recuperare lo svantaggio al termine del primo tempo. Nella circostanza, con Tito fuori per squalifica, la fascia mancina fu affidata a Baraye, uno dei calciatori chiamati ad approfittare del tempo extra a disposizione per allenarsi, in seguito alla riformulazione del calendario ed allo slittamento in avanti delle date per la disputa dei prossimi turni degli spareggi promozione. Essenziale, ovviamente, pure il ruolo di Errico, che con De Francesco e più dell'ex Reggina ha il ritmo, la velocità e l'inventiva per creare scompiglio tra le linee tra centrocampo e attacco. Il gioiellino del Frosinone non è, però, allo stato attuale, in grado di reggere i novanta minuti e, perciò, se 4-3-1-2 sarà è plausibile che lo sia in corso d'opera.
Avellino (4-3-1-2): Forte; Ciancio, Laezza (Miceli), Illanes (Dossena), Tito (Baraye); Carriero, Aloi (De Francesco), D'Angelo; Errico (De Francesco); Maniero (Santaniello), Fella (Bernardotto).
L'Avellino con il 4-4-2 – Braglia voleva costruire così il suo Avellino un'estate fa e pure dopo il mercato di gennaio, ma le dinamiche di mercato e i calciatori a disposizione lo hanno costretto a virare sul 3-5-2. Nel secondo tempo, contro il Teramo, l'inserimento di Errico largo a sinistra ha spalancato le porte a un atteggiamento estremamente camalentico, ovvero una linea a quattro in fase di non possesso, ma in grado di mutare tempestivamente forma in un 4-3-1-2 con i movimenti ad accentrarsi alle spalle delle punte del classe '99. Il recupero di Baraye diventa qui centrale per dare il cambio agli interpreti della catena di sinistra o permettere a Tito di avanzare il suo raggio di azione, coprendogli le spalle. Non di meno sarebbero chiamati a rispondere “presente” Rizzo e Adamo, con l'inevitabile sacrificio di uno dei “tre tenori” in mediana. Una soluzione praticabile sia a monte, per motivi tattici, sia lungo l'arco dei match.
Avellino (4-4-2): Forte; Ciancio, Laezza (Miceli), Illanes (Dossena), Baraye (Tito); Rizzo (Adamo), Carriero, Aloi (D'Angelo, De Francesco), Tito (Baraye, Errico); Maniero (Santaniello), Fella (Bernardotto).
L'Avellino con il 4-3-3 – L'Avellino ha utilizzato il tridente nella prima in campionato, a Viterbo (3-4-3, altra soluzione da non trascurare), e poi sporadicamente, piuttosto raramente, lungo l'arco del campionato. Se ci dovesse essere bisogno di rimontare un passivo, magari ereditato dalla partita di andata, lanciare un assalto finale con tanto di palle “in the box”, le tre punte, che l'Avellino ha, potrebbero tornare decisamente utili. Santaniello, Fella e Bernardotto, agirebbero ai lati di Maniero riferimento centrale.
Avellino (4-3-3): Forte; Ciancio, Laezza (Miceli), Illanes (Dossena), Tito (Baraye); Carriero, Aloi (De Francesco), D'Angelo; Fella, Maniero, Bernardotto (Santaniello).