Chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Mentre in tanti si preoccupavano di che tipo di atteggiamento avrebbe avuto il Monopoli a Catanzaro, si sottovalutava che bisognava, innanzittuto, fare il proprio. E così, stasera, l'Avellino può e deve fare, solo e soltanto, mea culpa. I pugliesi hanno dato una lezione di encomiabile lealtà sportiva andando a pareggiare 2-2 al “Ceravolo”, messo a tacere tutte le malelingue, stoppato le dietrologie e non lasciato alcuno spazio per le teorie del complotto mentre i lupi non sono stati in grado di andare oltre il pari. Evidente che è stato pagato a carissimo prezzo lo sforzo della rincorsa e della lotta per il secondo posto, perso ufficialmente con un finale di stagione da incubo (2 punti nelle ultime 3 partite), ma niente alibi, perché contro la Cavese, già retrocessa in Serie D, la vittoria era d'obbligo. Punto. Nel calcio, però, i successi devi conquistarli. Non a parole, ma sul campo dove l'Avellino ha toppato in maniera imperdonabile.
E, allora, il Monopoli e la Cavese sono le vere e inattese protagoniste di una serata in cui l'Avellino si è autocondannato al terzo posto in classifica sciupando la chance del controsorpasso in extremis, servita su un piatto non d'argento ma d'oro. Si torna a giocare, meritatamente, non in senso elogiativo, il 16 e 20 maggio per il primo turno dei playoff. Non sarà neppure miglior terza la squadra di Braglia, che dovrà battere il proprio avversario sulla strada per il secondo turno e “gufare” il Südtirol per essere testa di serie nel sorteggio delle final four. Ma, guai a ricadere nella tentazione di fare calcoli anche perché si è più volte detto che agli spareggi promozione conterà come ci si arriva. E se l'Avellino è questo, quello del finale di campionato, faticherà contro chiunque. Doveroso, ora più che mai, pensare a una partita per volta. A tifosi biancoverdi, giustamente inviperiti, non resta che augurarsi che adesso scatti una molla d'orgoglio decisiva per la post-season.
Al “Simonetta Lamberti” è finita 1-1. La cronaca è quella di un'altra serata da dimenticare. L'Avellino è disegnato da Braglia con il rodato 3-5-2, con la sorprese Pane tra i pali, Laezza in difesa (il capitano non giocava una partita da titolare dallo scorso primo luglio) e del tandem d'attacco Fella – Maniero, che, alla vigilia, sembrava destinato a lasciar spazio a Santaniello e Bernardotto. Subito il piede pigiato sull'acceleratore, tiro al bersaglio scandito da Maniero, Tito, Aloi ed ancora Tito: di testa, di piede, ma senza effetto. Al 27', De Franco mette giù Maniero, sembrerebbe rigore, ma l'arbitro Panettelle della sezione di Gallarate lascia correre. Intanto, al “Ceravolo”, il Catanzaro si porta avanti con Pierno. Laezza fa la torre per Illanes, che di testa non inquadra la porta; poi, Fella fa vibrare la traversa con una staffilata dai venti metri a Russo ormai battuto. Il predominio territoriale è premiato dal gran gol in sforbiciata di Carriero, su invito di testa di Rizzo, servito da un lob di Aloi: è il 47' quando la palla passa tra le gambe di Maniero; diventa invisibile e imparabile per Russo. Si va al riposo sul risultato di 0-1, col primo gol in biancoverde del centrocampista di Desio. Quasi per un segno del destino, Mercadante, molti kilometri più in giù, patta i conti con un'incornata poderosa. L'Avellino va negli spogliatoi da secondo in classifica.
Si riparte. Miceli prende il posto di Illanes, colpito duro nel primo tempo, giocando in una posizione inedita. Carriero prova a concedere e concedersi il bis con una conclusione da lontano, prima che la Cavese inizi a lasciar intendere che non è finita. Gatto è fermato in maniera provvidenziale da Dossena dopo essere scappato via sul filo del fuorigioco. Sugli sviluppi del conseguente calcio d'angolo la difesa restituisce un atteggiamento che suono come un campanello d'allarme, perdendosi Senesi, tutto solo al centro dell'area di rigore, ma non cinico al punto giusto, con sollievo di Pane. Adamo prende il posto di Rizzo, Dossena va vicino al 2-0 con un tiro violento da dentro l'area di rigore, a margine di un corner: Russo si salva d'istinto respingendo coi piedi. Dentro pure Bernardotto e Santaniello per Maniero e Fella: staffetta. Nella Cavese entra lo storico capitano De Rosa, che al 70', pennella a fatica sul primo palo un angolo senza pretese: Adamo perde il contatto visivo col pallone e si esibisce in una inguardabile spaccata volante, centrando Santaniello; un altro subentrato, Calderini, prolunga di testa cogliendo in fallo Pane, a farfalle; sul secondo palo Marzupio non crede a tanta grazia e appoggia comodamente in rete: 1-1.
Si riparte e la scossa la dà Liviero, che pareggia con un gran tiro a incrociare: Catanzaro – Monopoli 2-2. Ora dipende tutto dall'Avellino, che rischia immediatamente di capitolare e, stavolta, deve ringraziare Pane per i riflessi sul tiro di Senesi. Il clima si fa infuocato. Al 90' sono cinque i minuti di recupero e un gol regalerebbe il secondo posto, perché, di pari passo, in Calabria, è finita col Catanzaro che attende il finale al “Lamberti” cingendosi in un incredulo cerchio a centrocampo. Proprio al 90', D'Angelo per poco non butta giù la traversa su tocco arretrato di Carriero, il gioco si ferma tra contatti proibiti e nervosismo. Si gioca fino al 97': De Francesco scodella in mezzo il pallone della disperazione, Bernardotto lo inzucca, Russo si supera. Finisce così, con il Catanzaro che festeggia, quasi stentando a crederci, e l'Avellino che rischia pure di perdere uomini in vista del primo turno per un capannello che si innesca all'imbocco degli spogliatoi. Miceli e Calderini non se le mandano a dire mentre l'harakiri dell'Avellino è realtà. Ora testa bassa e pedealare. Così non si va lontano.
Il tabellino.
Cavese - Avellino 1-1
Marcatori: pt 47' pt Carriero; st 35' Marzupio.
Cavese (4-3-3): Russo; Marzupio, Matino, De Franco, De Vito (15' st Ricchi); De Marco (42' st Nunziante), Pompetti, Favasuli (23' st De Rosa); Senesi (42' st Lancini), Gerardi, Gatto (23' st Calderini). A disp.: D'Andrea, Paduano, Senese, Gega. All.: Maiuri.
Avellino (3-5-2): Pane; Laezza, Dossena, Illanes (1' st Miceli); Rizzo (20' st Adamo), Carriero, Aloi (28' st De Francesco), D'Angelo, Tito; Fella (28' st Santaniello), Maniero (28' st Bernardotto). A disp.: Forte, Errico, Ciancio. All.: Braglia.
Arbitro: Panettella della sezione di Gallarate. Assistenti: Teodori della sezione di Fermo e Pintaudi della sezione di Pesaro. Quarto ufficiale: Madonia della sezione di Palermo.
Note: Al 43' st espulso il segretario dell'Avellino, Aloisi per proteste. Ammoniti: Laezza per comportamento non regolamentare; Dossena, Aloi, De Marco, D'Angelo e Ricchi per gioco falloso. Angoli: 4-6. Recupero: pt 2', st 5'. Gara a porte chiuse.