Solo paradiso e inferno. Per l'Avellino sembra davvero finito il tempo dei purgatori. Volano i biancoverdi, più forti pure della scaramanzia di un freddo mercoledì 17 febbraio, che si rivela infausto solo per il malcapitato Foggia, preso al pallonate al “Partenio-Lombardi”: 4-0 senza storie. E i numeri della marcia record vanno ancora aggiornati: terza vittoria di fila, settima nelle ultime nove partite, da cui Miceli e compagni non perdono ed in cui Forte ha incassato due soli gol. In sette circostanze, porta imbattuto o clean sheet, volendo stare al passo coi tempi. La sostanza non cambia, come la classifica. Perché il Bari del neo-tecnico Carrera soffre ma vince 1-0 al “San Nicola”, contro il Monopoli, grazie a un gol nel finale di Cianci e mantiene in scia i galletti, con una partita in meno, a quota -2. Il duello a distanza, continuerà con Catania – Bari e Casertana – Avellino. La sfida al “Pinto”, contro i falchetti in gran forma (3-0 a Catanzaro), precederà la sosta. Un ultimo sforzo, prima di rifiatare.
Intanto, ecco muro di granito. La squadra biancoverde, contro cui, stasera, anche gli esteti del calcio, non hanno potuto fare che schiantarsi. E sì, perché stasera l'Avellino ha giocato pure un gran calcio, fatto di scambi di prima, sincronismi da orologio svizzero e calciatori che si trovano a occhi chiusi. Altra novità evolutiva? Conti chiusi già nel primo tempo. Nel giro di soli 18 minuti. Vantaggio firmato da Fella, con una tocco senza pensarci su due volte, sotto la traversa, su geniale assistenza, con un filtrante mascherato da tiro, del sempre più imprescindibile Carriero. Gioia a margine di una traversa colpita da Maniero su cross di Adamo; raddoppio di Maniero, con la porta sotto la Curva Nord che si conferma stregata, come per Pelagotti del Palermo, pure per il tutt'altro che irreprensibile Di Stasio. Il portiere, classe 2001, viene uccellato con un lob dai trentacinque, quaranta metri, affrontato con timidezza fatale e smanacciata paperesca. Nel mezzo, poteva mancare una super parata di Forte? Il solito fuoriclasse, pronto a disinnescare una zampata sotto misura di Kalombo, sporcata da Tito, e a far moltiplicare gli interrogativi su cosa ci faccia in Serie C. Uno-due micidiale, tris mancato incredibilmente da Fella su cioccoltino offerto dal mancino vellutato di Tito: colpo di testa incredibilmente a lato e tentativo di riscatto con un bel destro a giro, che precede la fine di una prima frazione di gioco che lascia pochi dubbi su come la partita possa andare a finire.
E, infatti, nella ripresa, l'Avellino dilaga. Prima un brivido, per rimanere in tema di freddo, con Kalombo che cicca a tu per tu con Forte invocando un rigore inesistente, poi Fella mette la freccia su Maniero raggiungendo quota 8 centri stagionali e staccando a 7 il compagno di reparto. Tito, pennella un altro spiovente dei suoi, l'attaccante prende posizione e ruba il tempo d Di Jenno, battendo Di Stasio sul primo palo. Sul 3-0 dentro Aloi e D'Angelo, risparmiati in avvio di gara dopo un campionato da stacanovisti, e proprio il centrocampista palermitano sfiora il gol con una mazzata dal limite dell'area di rigore al termine di un'azione stile playstation, a colpi di triangoli a velocità supersonica. Di Stasio si oppone a due conclusioni di D'Angelo e su Aloi, ma poi si rivela ancora una volta estremamente acerbo sciogliendosi come la neve ai bordi del campo di gioco su destro di controbalzo, forte ma centrale, di De Francesco sugli sviluppi di un calcio d'angolo. Primo gol da lupo per il centrocampista. Santaniello, pure lui subentrato, sfiora il pokerissimo, a risultato è ormai acquisito.
Un altro passo avanti per un Avellino formato rullo compressore. Ma, l'inferno, vi starete chiedendo? I satanelli, ironia della sorte, lo avevano già trovato fuori dal campo. Riavvolgendo il nastro di un'altra gran serata per l'Avellino, c'è da segnalare la torciata di un centinaio di tifosi che ha “scortato” la squadra fino alla porta carraia. Ecco, se qualcosa manca all'Avellino, sono i suoi tifosi. E viceversa. Maledetto Covid. Che spettacolo si stanno perdendo. Che spettacolo avrebbero potuto regalare, nonostante ci siano pur non potendo esserci. Il gioco di parole sarà perdonato.
Il tabellino.
Avellino - Foggia 4-0
Marcatori: pt 11' Fella, 18' Maniero; st 3' Fella, 29' De Francesco.
Avellino (3-5-2): Forte; L. Silvestri, Miceli, Illanes; Ciancio (7' st Aloi), Carriero (7' st D'Angelo), De Francesco, Adamo (22' st Rizzo), Tito; Fella (25' st Santaniello), Maniero (25' st Bernardotto). A disp.: Pane, M. Silvestri, Dossena, Rocchi, Baraye. All.: Braglia.
Foggia (3-5-2): Di Stasio; Galeotafiore, Gavazzi, Del Prete; Kalombo (43' st Moreschini), Vitale (1' st Garofalo), Salvi (1' st Rocca), Morrone, Di Jenno; Curcio (43' st Pompa), Dell'Agnello (21' st Nivokazi). A disp.: Jorio, Anelli, D'Andrea, Germinio, Agostinone, Cardamone, Balde. All.: Marchionni.
Arbitro: D'Ascanio della sezione di Ancona. Assistenti: Trasciatti della sezione di Foligno e Carpi Melchiorre della sezione di Orvieto. Quarto ufficiale: Maranesi della sezione di Ciampino.
Note: Ammoniti: Carriero, Adamo, Morrone e Rocca per gioco falloso; Marchionni per proteste. Angoli: 5-2. Recupero: pt 0', st 3'. Gara a porte chiuse.