Sabato, martedì, mercoledì, giovedì: i giorni passano, ma della fideiussione che permetterebbe all'Avellino di riprendere il mercato, dopo aver maldestramente sforato il budget coperto dalla prima, non c'è, ancora, nessuna traccia ufficiale. Meglio basarsi, allora, sui dati di fatto più che sulle rassicurazioni che, finora, hanno lasciato il tempo che hanno trovato: almeno fino al tardo pomeriggio odierno, a Firenze, non è stata consegnata a mano, come da procedura indicata dalle normative federali, la polizza assicurativa indispensabile sia per procedere al tesseramenti del difensore Illanes, dei centrocampisti De Marco e Karic, e del trequartista Stojkovic, sia per avere la possibilità di fare mercato da qui alle 22 del 2 settembre. Oltre questa deadline l'Avellino, sempre e solo se in possesso di una nuova garanzia, potrebbe acquistare unicamente svincolati. Il motivo del ritardo? Sarebbero in corso delle verifiche sull'aderenza del rating della compagnia, differente dalla prima, con cui si intenderebbe stipulare la fideiussione, per valutare se sia aderenti ai parametri richiesti dalla Lega Pro.
Insomma, a prescindere da come, quando e se verrà risolto il singolo episodio, è palese che non tutto stia filando liscio come l'olio, ma l'errore sarebbe meravigliarsi date le oggettive vicissitudini economiche e giudiziarie nelle quali versa la proprietà. Piuttosto, ciò che inizia a risultare incomprensibile è perché, più che parlare di intoppi, non ci sia una seria presa di coscienza delle difficoltà, una condivisione con la piazza delle stesse, e un'onesta riflessione interna su quale futuro si possa realmente garantire, di questo passo, all'U.S. Avellino, salvo svolte che si faticano a intravedere all'orizzonte con i botteghini chiusi (altra sfumatura della crisi societaria, ndr) e nessuno sponsor a sostegno. D'altronde, l'imprenditoria non è un affare romantico, di cuore: non si può pretendere il supporto di chicchessia per senso di appartenenza al territorio, a un progetto improntato sulla navigazione a vista, per cause di forza maggiore, e con l'offerta di abbinare il proprio marchio a uno storico club, di certo, che sembra, però, non poter offrire neppure la speranza di essere vincente.
Date queste premesse, parlare di trattative o possibili acquisti, anche se Salvatore Di Somma sta lavorando per essere pronto in maniera istantanea in caso di via libera per l'utilizzo di un extra budget di 500mila euro, diventa così secondario sfiorando la possibilità di essere irritante o irrispettoso nei confronti dei lettori, la cui intelligenza non può e non deve essere insultata.
E il campionato, intanto, non aspetta: domenica, alle 17,30, si giocherà Vibonese – Avellino, secona giornata del girone C di Serie C. Giovanni Ignoffo rischia di dover confermare in blocco, volente o nolente, gli undici di partenza opposti a Bari e Catania, benedicendo i recuperi di Palmisano e Rossetti in mezzo al campo. Ma questo sarebbe il male minore.
Il peggio sarebbe se, anche domani, il tecnico dovesse essere costretto a parlare di iter burocratici e fideiussioni. Già, domani, alle 16, c'è la sua conferenza stampa pre-partita. I microfoni e i taccuini non saranno solo a sua disposizione. Anzi. Sarebbe il caso che venissero utilizzati anche per fare chiarezza. D'altronde, la corda della pazienza è già bella che logora. Solo la verità può aiutare a impedire che si spezzi. Eh sì, le dichiarazione d'amore della maglia se le porta via il vento, come le parole, a meno che le stesse non siano usate per dire, finalmente, le cose come stanno o, quantomeno, assumersi la responsabilità di spiegarle, pubblicamente, a un popolo fedele quanto stanco di essere costretto a interpretare la realtà.