di Andrea Fantucchio
(Clicca sulla foto di copertina e guarda il video-reportage di Ottopagine. A fine articolo le foto) In Irpinia arrivano i Vichinghi. Invece dell'elmo indossano il caschetto e in mano hanno un pallone ovale. La loro missione? Portare il Football Americano in provincia di Avellino. Oggi siamo entrati in questo mondo sconosciuto.
Abbiamo incontrato i ragazzi guidati da Vincenzo Cusati. Il coach ha alle spalle una lunga esperienza nel settore. Fra i ruoli ricoperti recentemente, quello di presidente dell'A.S.D Eagle Salerno.
Ora vuole portare il Football americano in Irpinia. Dando vita alla prima rappresentativa provinciale: i Vikings Avellino American Football Team.
Raggiungiamo i Vichinghi ad Atripalda. Dove si allenano ogni sabato dalle ore 12.00 alle 14.00. Mentre l'altro appuntamento settimanale è quello del mercoledì dalle 19.30 alle 21.30 al CUS di Fisciano.
Quando arriviamo i ragazzi stanno svolgendo l'allenamento fisico. Flessioni alternate a skip. I volti sono stremati dalla fatica. Ma nessuno cede un centimetro. Come nel famoso film con Al Pacino, “Ogni Maledetta Domenica”. Forse qui non si stanno giocando il titolo nazionale, ma sanno che per vincere la sfida che hanno accettato, ogni centimetro è fondamentale. Per convincere una città cresciuta a pane e pallone, quello di cuoio sacro come una reliquia, ma anche quello a spicchi che la Scandone ha fatto amare, che c'è spazio anche per loro.
Un angolo al sole dove, lontano dal frastuono del professionismo, con frotte di giovani che vogliono “arrivare a tutti i costi” , c'è chi vuole ritagliarsi uno spazio in un universo ancora inesplorato. Un terreno vergine che per essere conquistato, come un' isola deserta, ha comunque bisogno di fatica e sudore.
Ci spiega Cusati: «Per questo campionato siamo in ritardo. Ci stiamo preparando per l'anno prossimo. Alleniamo i ragazzi fisicamente. Poi cureremo l'aspetto tecnico-tattico».
Il coach è un fiume in piena. E' infiammato da un amore sincero per questo sport. E per i ragazzi. Ci chiarisce i fondamentali del gioco. Le squadre sono composte da una cinquantina di persone. Si cambia ogni volta organico a seconda delle fasi del match. Che si attacchi o si difenda. Nella Nfl (il campionato americano) si gioca undici contro undici. In Italia esistono anche alcune varianti a 11, 9 o 7.
Continua Cusati: «Porteremo un nostro progetto nelle scuole. Mostreremo una variante di football americano, il Flag Football, fatto con le bandiere. Senza placcaggi. Per avvicinare i bambini a questo sport».
Ecco, se qualche genitore si sta preoccupando, Cusati ci spiega: «Il football americano è un'attività di contatto. Come ce ne sono tante altre. Ma non c'entra la violenza. C'è l'arbitro e un regolamento severo. Ripeto, i contatti ci sono, ma nessun episodio violento».
Uno sport, il football americano, che sviluppa caratteristiche fisiche e tecniche. Velocità, esplosività, resistenza, ma anche il carattere.
Dice Cusati: «Il football americano è uno splendido antidoto alla timidezza. Spinge i giovani a socializzare. Uscendo dal proprio guscio. E scoprendo l'importanza della squadra. Questo sport ti fa capire che per vincere hai bisogno dei compagni. Se molli, lasci tutti in difficoltà. Devi farti trovare pronto. Ma sai anche che non sei solo. Mai».
Alle spalle del coach i ragazzi continuano a correre e sudare. Affrontano una serie di percorsi fatti di flessioni, skip, scatti. Circuiti durissimi che servono a sviluppare esplosività e resistenza. Doti fondamentali per eccellere in questo sport. Il football americano in Italia si è diffuso nel dopoguerra. In Campania Salerno è la città che si è innamorata per prima. Dalla fine degli anni '80.
Ora Cusati vuole vincere la sfida in Irpinia. A partire dai più giovani. Con le categorie Under 11 e Under 15. A giudicare dall'entusiasmo, il coach può farcela.