Foti: volevo dimettermi. Ma la mia famiglia mi ha fermato

Prima della riunione col gruppo consiliare parla di questi giorni d'amarezza politica e umana

Foti non si dimetterà, le deleghe agli assessori restano ancora sulla sua persona, si va verso la definizione di una giunta ampia

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio

“Chiedete a chi era con me, l'ufficio in comune era già svuotato. Poi, arrivato a casa, la mia famiglia mi ha fatto riflettere. Dopo un confronto con mio figlio e mia moglie ho ripensato alla decisione di dimettermi. Venerdì pomeriggio, dopo aver ricevuto l'avviso di garanzia per l'indagine riferita alla Cocchia, ero amareggiato, ma lasciare non aveva senso”. E' un Paolo Foti ancora visibilmente scosso quello che ascoltiamo prima che inizi la riunione del gruppo consiliare Pd a Via Tagliamento.

Stando a quello che dice il sindaco, pare che nuovamente fatal fu Liliana, la signora Urciuoli, sulla via di Damasco. Lettura ovviamente parziale e colorita dei fatti. Il sindaco se ha deciso di restare lo ha fatto in autonomia, ma sicuramente la moglie avrà rappresentato un appoggio psicologico nella vicenda umana che l'ha coinvolto in seguito all'apertura dell'indagine sulla Cocchia.

Non è comunque l'unica nota di colore che emerge da questo incontro. Sfumature che non sacrificheranno l'interpretazione politica e soprattutto oggettiva dei fatti. Ve lo assicuriamo. Ma aiuteranno forse a far luce su un personaggio, il primo cittadino, che troppo spesso si è negato al pubblico contribuendo ad isolarsi e alienarsi gran parte dell'opinione pubblica.

Stasera comunque si è materializzato quanto vi avevamo ampiamente anticipato nei giorni scorsi. Foti non si dimetterà, le deleghe agli assessori restano ancora sulla sua persona, si va verso la definizione di una giunta ampia che tiene dentro sia i fedelissimi che i debiti da pagare che non ha ancora saldato: almeno due all'area D'Amelio e uno a scelta civica per ricambiare il voto di Poppa e indirettamente il favore del deputato Angelo D'Agostino.

Insomma, niente di nuovo per il futuro politico amministrativo della città di Avellino. E chi si aspettava la caduta del sindaco si metta l'anima in pace.

Poi c'è la lettura di tipo umano della vicenda. E vi invitiamo a dare un'occhiata. Vi servirà a sbirciare oltre quella corazza istituzionale che Foti, e questo è solo errore suo, si toglie raramente con i rapporti con l'esterno. Anche e soprattutto con quei cittadini che di certo apprezzerebbero un comportamento differente.

Dinanzi ai nostri occhi appare l'uomo, e la brava persona su questo non ci sono dubbi, ancora scosso come rivelano gli occhi lucidi. 

"Per carità ognuno fa il suo mestiere – spiega Foti- ed è giusto che il sindaco sia stato informato dell'indagine essendo custode dell'edificio pubblico. Poi però va anche detto che magari altri potevano essere risparmiati. Oggi ancora non riuscivo a salire le scale del comune per l'amarezza. Dovrebbe partire domani la richiesta di dissequestro del terzo piano della Cocchia. Al quale sono stati posti i sigilli per un problema elettrico”.

Le indagini della Procura che hanno coinvolto anche l'assessore ai lavori pubblici Preziosi hanno lasciato inevitabilmente il segno. Il primo cittadino scinde comunque la sfera personale da quella politica.

 “Come ho detto – chiarisce – l'amarezza è tanta. Ma l'avviso di garanzia non c'entra con il quadro politico che  era ampiamente definito dopo la votazione degli equilibri di bilancio”.

Poi, il sindaco, non si sbottona più.

“Ho giocato a basket - conclude - con il professore Adamo. Chi è di Avellino e ha qualche anno in più sicuramente se lo ricorda. Quando si perdeva, e c'erano le critiche, tutta la squadra faceva quadrato. E non si parlava con l'esterno. Per ricompattarsi e poi agire come una squadra unita. E' quello che faremo. Quindi non rilascerò altri commenti”.