Cillo: 30 immigrati, niente trasferimento immediato. Il piano

L'assessore alle politiche sociali spiega: "Ci vorrà tempo. Sarà una casa aperta alla città"

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio

“Se fossero arrivati trenta ragazzi senza avvisare nessuno, avrei capito una reazione come quelle avute in questi giorni dai cittadini avellinesi. Ma qui l'accoglienza la stiamo costruendo giorno per giorno. Il trasferimento dei trenta ragazzi immigrati nel convento di San Generoso, non sarà immediato. Inoltre, abbiamo preparato un piano davvero ampio per favorire la loro integrazione, che non si limiterà a vitto e alloggio”. Abbiamo ascoltato l'assessore alle politiche sociali di Avellino, Marco Cillo, per capire di più sul trasferimento dei trenta giovani immigrati che dovrebbero essere ospitati presso il convento di San Generoso. Una notizia che ha già fatto rivoltare letteralmente il centro storico.

I: Assessore Cillo, partiamo dalle parole dei cittadini avellinesi e del parroco del posto, don Emilio Carbone, che ha dichiarato come il centro storico non sia pronto ad ospitare gli immigrati. La paura più grande dei cittadini è quella di avere trenta ragazzi stranieri, abbandonati a loro stessi. Come risponde?

“In primo luogo, come dicevo, il trasferimento non sarà immediato. Poi, abbiamo preparato un piano d'integrazione particolareggiato, che presenteremo in dettaglio venerdì prossimo. Posso anticiparle che quella che offriremo, non sarà un'integrazione che prevede solo vitto e alloggio, come fanno tante cooperative, ma un modello di accoglienza che ingloba il discorso religioso, culinario, interculturale. Attraverso le attività che favoriranno l'interazione e la collaborazione dei ragazzi immigrati con le associazioni e i cittadini avellinesi. Saranno impegnati cinque giorni a settimana. Avranno incontri con le scuole e le associazioni. In proposito ci sarà una manifestazione d'interesse per le associazioni che entreranno in questo progetto. Insomma, non si tratta di un provvedimento improvvisato, ritengo per questo che le reazioni siano state troppo anticipate rispetto a quello che verrà” .

I: Assessore, ha parlato di un provvedimento non immediato. Quando avverrà il trasferimento?

“Questo non posso dirglielo con certezza perché bisognerà aspettare in primo luogo che il Ministero degli Interni eroghi i fondi destinati alle attività d'accoglienza. Poi bisognerà realizzare una gara d'appalto per scegliere la ditta alla quale affidare i lavori per l'adeguamento strutturale del convento di San Generoso”.

I: Lei ha parlato anche di una vera casa dell'accoglienza aperta alla città. Che intende con precisione?

“Noi prevediamo che al piano terra del convento ci sia una saletta sempre aperta dedicata a convegni, dibattiti, cinema. Ha bisogno di essere messa a norma. Il cattivo servizio delle cooperative è stato quello di non aprire le case dove si ospitavano gli immigrati, forse perché qualcuno aveva anche qualcosa da nascondere nella loro gestione. Invece noi vogliamo ovviamente far tutto con la massima trasparenza. Bisognerà confrontarsi volente o nolente con questa situazione. Anche perché, se la stessa reazione l'avessero avuta gli Americani quando ci recavamo al di là dell'oceano, o quando i nostri studenti vanno ancora oggi a nord Italia, cosa sarebbe successo? Siamo terra d'emigrazione da tanti anni e dobbiamo provare a costruire questo tipo di accoglienza”.

I: La decisione di utilizzare il convento di San Generoso per ospitare gli immigrati, ha innescato la polemica con l'ordine degli architetti che affermava di attendere da quattro anni quella sede, che era stata ripetutamente promessa prima dall'amministrazione Galasso e poi da quella Foti. Cosa dice in proposito? (Leggi l'articolo)

“Non conosco i dettagli perché sono di competenza del settore patrimonio. Noi abbiamo cercato una struttura comunale per diverso tempo. Ho chiesto al settore Patrimonio di individuare quella più idonea, e dopo otto mesi, mi hanno indicato San Generoso. Dal mio punto di vista credo sia una scelta qualificante anche per lo stesso edificio”

Grazie assessore

“A lei”