A due giorni dal consiglio straordinario di giovedì sera, appare sempre più chiaro lo scenario che si è delineato per Avellino.
Dopo lo sfaldamento della maggioranza, assente ingiustificata proprio in consiglio, e le dimissioni di Enza Ambrosone da capogruppo pd, si attendono le mosse del sindaco che stando alle ultime dichiarazioni ha preso coscienza dei fatti, e proprio adesso sta decidendo cosa fare.
ECCO COME SI ESCE DALLE SABBIE MOBILI
Ci sono tanti nodi da sciogliere. Alla svelta. Fra gli altri, il completamento dell'Eliseo e la bonifica dell'Isochimica: hanno bisogno dei fondi per i quali, come ricordato dal deputato Giordano, si è già ritardo.
Le opzioni non sono molte. Abbandonato da tutti, in primo luogo dal suo partito, Foti ha una chance, forse unica, per riprendersi la dignità politica in macerie. Faccia una scelta drastica: vada via subito o prenda in considerazione la proposta delle opposizioni. Potrebbe evitare un commissariamento che oltre a far perdere finanziamenti bloccherebbe ancora di più la città. Proprio la mano tesa da chi in consiglio siede dall'altro lato, può rappresentare l'appiglio per uscire dalle sabbie mobili. E tirarsi dietro la città.
Oggi, l'opinione pubblica pensa di essere governata da un sindaco congelato nelle sue posizioni, incapace di scelte forti, e probabilmente non consapevole di tutto ciò che gli accade intorno. Nessuno, anche fra i più maligni, gli imputa la malafede. Proprio questa onestà, mai intaccata nemmeno dagli sconvolgimenti giudiziari di questi giorni, potrebbe essere la chiave di svolta per Foti.
VIA IL CAPPELLO, FUORI I NOMI
Si sfili quel cappello che più di una volta si è trasformato in corona di spine. Basta padri e padrini. Basta con quella riconoscenza che il tempo ha trasformato in catene. E del resto, che riconoscenza si può avere per un partito che lo ha sbugiardato in ogni occasione. Lasciandolo sempre solo nel momento decisivo. Dov'erano i riferimenti di quel partito, chiamati in adunanza giovedì pomeriggio da Enza Ambrosone per trovare una linea comune e fare quadrato? Dov'erano gli assessori di area democratica, mentre giovedì sera il sindaco ballava sull'ennesima graticola? Ancora in silenzio. Un perenne, duraturo silenzio. Non si può avere riconoscenza per un partito interessato alle laceranti divisioni interne e non alle sorti del sindaco di una città capoluogo. Siamo certi che anche Foti lo ha capito (in verità non ci vuole molto).
Il sindaco denunci, come ha fatto solo intuire tante volte, quelle le scelte non sono dipese da lui. Faccia nomi e cognomi di chi quelle scelte, brandendo clave (speriamo solo politiche), le indirizzava. Chi, come nel celebre film con Mike Buongioro e Totò, lo obbligava a raddoppiare invece che a lasciar perdere. Minacciandolo con forchetta e scheletrino (sempre politico si intende). Costringendolo a restare su quella poltrona, in balia di venti che si abbattevano da ogni dove. Spesso gli spifferi peggiori erano interni a quelle stanze che dovevano assicurargli certezze. Il classico fuoco amico.
LA NAVE HA BISOGNO DI UN CAPITANO E DELLA SUA CIURMA
E dopo quella denuncia, non salti giù dalla nave, ma cerchi di portarla in porto. Tolga gli ammutinati e ricominci daccapo. Come dicevamo, si avvalga di chi vuole evitare gli scogli di un disastro annunciato. Accetti le condizioni che la situazione attuale impone. Azzeramento della giunta, in primis. E magari andare oltre, con quella richiesta che gli imporrebbe di non ricandidarsi. Dopotutto, lui stesso ha ammesso di non aver mai vissuto né di voler vivere di politica. Segua queste premesse, riscatti con l'operato dei prossimi mesi, la propria dignità istituzionale.
Non sarà un'assoluzione, quella si chiede e si concede solo e soltanto in chiesa. Ma siamo certi che i cittadini capiranno, se sarà onesto e franco. Tutti sappiamo che a queste condizioni il problema non è certo Foti. Il nemico è quel sistema consolidato negli anni che sceglie chi mettere su quella poltrona. Allo stato attuale, dopo Foti ci sarà un altro Foti con un altro nome.
Se non saranno i cittadini ad impugnare il coraggio. Una lista civica degna di questo nome, che racchiuda i rappresentanti politici che si sono dimostrati coerenti e orientati al bene di tutti, indipendentemente dagli schieramenti. E con le associazioni, non quelle che fanno riferimenti a partiti e sperano nei fondi, ma chi lavora quotidianamente solo per amore del territorio. Si uniscano queste piccole comunità unite dal medesimo desiderio di fare. E rimuovano, affiancando la magistratura col proprio agire quotidiano, quella maledetta zona grigia che va combattuta con ogni mezzo. Con l'altra zona, quella pulita, che si sporca le mani solo e soltanto per proteggere e far crescere la città nella quale ha scelto di vivere. E dove ha deciso di assicurare un futuro anche ai propri figli.
Andrea Fantucchio