"Caro Foti l'Acs l'hai ereditata ma dovevi controllare"

I consiglieri dissidenti: serve una giunta di migliori e un programma serio

Avellino.  

 

"Con questo documento vogliamo rivolgerci soprattutto al Sindaco, a Paolo Foti, all’uomo che, tre anni fa, molti tra quelli che siedono alla sinistra della presidenza hanno contribuito ad eleggere con il loro impegno e con il consenso che hanno ricevuto.

Abbiamo letto di una presunta “barbarie politica”, di “polemiche pelose” perché molti consiglieri si sono chiesti se i controlli sulle attività degli uffici sono stati adeguati. Chi è che deve controllare le partecipate del comune di Avellino? La risposta è semplice: il sindaco e i dirigenti comunali". Lo scrivono in una lettera alla città i consiglieri Salvatore Cucciniello, Francesca Di Iorio, Francesca Medugno e Massimiliano Miro 

"Foti ha affermato che il controllo è soprattutto politico. Siamo d’accordo, ma se il controllo è politico nessuno si è accorto che l’azienda è stata utilizzata per scopi di propaganda elettorale? Nessuno ha visto e ha notato qualcosa?

Indubbiamente l’ACS questa amministrazione l’ha ereditata, ma visto che si intendeva far diventare questo un “palazzo di vetro”, forse un controllo più serrato, più approfondito andava fatto.

Le parole del procuratore Cantelmo ci richiamano ad una responsabilità politica. (...)

La città onesta si chiede: “E’ accettabile che, nell’anno 2015, qualcuno chieda al presidente di una società partecipata un impegno totale e pressante per fare voti durante una difficile campagna elettorale? E’ accettabile che lo stesso presidente risponda in quel modo che abbiamo letto?”. E noi cosa rispondiamo? Che tutti i controlli burocratici sono stati fatti e che non abbiamo responsabilità penali? 

Mentre la gente ci indica la luna, possiamo indugiare a commentare se il dito è più o meno sporco, se le unghie sono state tagliate bene o se il colore dello smalto è quello più giusto? 

Noi crediamo che questa amministrazione debba prendere atto che più di qualcosa si è rotto nel rapporto con la città.

Questa maggioranza, in primis il Partito Democratico, deve ricostruire quel legame lacerato. Tutti quanti noi dobbiamo essere consapevoli del fatto che è finita un’epoca e che quel mondo che fu non è stato mandato in soffitta da salvifiche rivoluzioni, da un’opera giusta e necessaria di rinnovamento e di pulizia, da quella discontinuità tanto proclamata quanto irrealizzata, ma dall’azione della Procura della Repubblica di Avellino.

Le nostre critiche all’operato del Sindaco e delle varie giunte che si sono susseguite non sono nate con la pubblicazione dei primi atti dell’inchiesta e delle sconcertanti intercettazioni che abbiamo letto, ma da tanto, troppo tempo. 

Noi abbiamo provato ad incalzare sui problemi e a chiedere condivisione delle decisioni, ma abbiamo sempre trovato un muro: forse oggi cominciamo a capire il perché! 

Nell’attività di controllo che noi chiediamo di potenziare, venti occhi e venti orecchie non sono meglio di due o quattro? Se questa città doveva percepire il senso di una svolta, la sostituzione del manager può bastare? Crediamo che si debba mettere un punto e a capo. L’ onestà personale di Paolo Foti non è in discussione, la sua autonomia politica sì. Chiediamo all’uomo e al Sindaco un atto di coraggio vero, l’ultimo possibile. Solo qualche giorno fa la così detta “apertura alle opposizioni” è stata brandita come una minaccia nei confronti dei consiglieri che non votano a prescindere, che vogliono discutere prima di alzare la mano, che sono stati indicati come “dissidenti”. Più o meno nello stesso periodo altri intimavano ad alcuni di noi un “prendere o lasciare” nell’accettazione di un regolamento interno, quello che abbiamo battezzato “il patto di Monserrato”. Anche quella era una clava che qualcuno faceva, vanamente e ridicolmente, roteare nell’aria fritta. (...) 

Abbiamo solo due anni di tempo per provare a ricostruire la fiducia nelle istituzioni di questo comune e le nostre proposte per farlo sono queste:

Azzeramento delle cariche istituzionali. Nomina di una giunta di altissimo profilo nella quale entrino tutte le forze politiche e le sensibilità rappresentate in questo consiglio comunale che concordino su di un programma serio e fattibile di fine mandato. Noi auspichiamo una “giunta dei migliori”, ma se le opposizioni decidessero di non voler condividere questa responsabilità, si assegnino loro le presidenze di tutte le commissioni per favorirne l’azione di controllo.

Non vogliamo dare ultimatum, ma se il sindaco, se la maggioranza della maggioranza dovessero decidere di continuare a tenere la testa sotto la sabbia o, peggio ancora, a voler difendere l’ultimo fortino assediato di qualcuno, le nostre scelte saranno conseguenti. Saremmo costretti a lasciare campo libero ai consiglieri “responsabili” della situazione attuale: ne rispondano loro, se possono, alla città.

Redazione Av