Ieri sera, come vi abbiamo raccontato, il consiglio comunale è stato sospeso. Per l'intervento della polizia chiamata a sedare il malcontento di alcuni cittadini che minacciavano sindaco e consiglieri. Rei di aver rigettato la mozione di Gianluca Festa, con la quale il consigliere d'opposizione, richiedeva di inserire la rimozione dell'amianto dagli edifici di rione Quattro Grane Est, all'interno dei finanziamenti Più Europa.
La maggioranza aveva votato contro, adducendo a motivi della propria scelta l'impraticabilità della proposta di Festa. I fondi sarebbero stati destinati ad attività ritenute primarie: il completamento della Bonatti, l'autostazione e i nuovi marciapiedi di Contrada Baccanico.
Posto che scene come quelle avvenute ieri sera vanno rigettate a prescindere, delle riflessioni sono comunque d'obbligo. Perché in uno scenario come quello attuale, dove vige un'inconsistenza amministrativa reiterata, si rischia di assistere a scene grottesche, dove ognuno si sente libero di ergersi a salvatore della patria. O, peggio, a Super Eroe. Come novelli Nembo Kid. Pur avendo fino a ieri alimentato le miserie e le negligenze che oggi va denunciando. E che tutti quotidianamente paghiamo. Se state pensando ad un ragazzone dallo splendido sorriso, siete sulla buona strada.
Qualche domanda a Gianluca il moralizzatore, va infatti posta. Anche alla luce del fatto, che chi più di lui, Assessore all'ambiente della giunta Galasso, non che allora vicesindaco, abbia la competenza per poter rispondere.
Se si pensa infatti alla veemenza con la quale negli ultimi tempi il nostro ci tiene a ribadire l'importanza di rimuovere quell'amianto dai palazzoni di Quattrograne, accusando l'incapacità di chi dovrebbe occuparsene, è infatti lecito immaginarlo in prima linea a battersi a suon di interventi e pianificazione strategica per cambiare il volto della città.
Eppure le cose sono andate diversamente.
Non che un tentativo di pianificazione non ci sia stato. Intendiamoci. La Giunta Galasso, infatti, fu abilissima con la propria progettazione ad avere il sì della Regione per l'approvazione del programma di interventi che doveva rientrare all'interno del PIU EUROPA per un finanziamento complessivo di 41 milioni di euro distribuiti fra il completamento del sottopasso di Piazza Libertà, la riqualificazione di Piazza Scosa, il completamento del Mercatone, l'area verde della scuola Bellizzi, la riqualificazione di Piazza Napoli, la creazione di un Polo per la Sicurezza e la Sostenibilità del costruito, due programmi per la prevenzione sul rischio idrogeologico e per la sensibilizzazione e promozione delle energie rinnovabili e risparmio energetico e la riqualificazione proprio di dieci edifici di Quattrograne Est.
Come si dice, a volte ritornano.
Tralasceremo in questa occasione di illustrare quanti di quei piani furono realmente realizzati. Dopotutto gli occhi per guardare ce li abbiamo tutti (Purtroppo). E parleremo esclusivamente dell'intervento destinato a Quattrograne che non fu mai realizzato. Dei tetti fotovoltaici nemmeno l'ombra. Emblematica, di quel periodo, la situazione di via Giulio Acciani, trincerata dall'amianto, che divenne oggetto di numerose interrogazioni da parte dell'allora consigliere d'opposizione Giovanni D'Ercole. Considerazioni sacrosante, che come spesso accade a queste latitudini, caddero nel vuoto.
Quello che chiediamo è come mai la solerzia mostrata da Festa in questo periodo, allora fu messa da parte. A discapito, come spesso accade, dei cittadini che dall'1987 vivono questa situazione di disagio convinvendo con il killer dell'amianto. Con quelle fibre di asbesto che, vista la loro leggerezza, e si pensi al caso emblematico Isochimica, rappresentano un pericolo anche per le aree attigue.
E proprio i cittadini, ieri portati all'estremo, rischiano di essere come sempre sacrificati nell'ennesima guerra di poltrone, di insulti reciproci, di polveroni sollevati ad arte e poi altrettanto abilmente smontanti, senza che per citare il "Gattopardo", alla fine nulla cambi.
Dalla pianificazione strategica attuata da Di Nunno, che attirava le attenzione europee permettendo di accedere ai fondi previsti, grazie ad un'idea futuribile ma concreta di città, si è passati alla sciatteria marchiana che si è limitata a vivacchiare. E distruggere quanto di buono era stato fatto. In questo quadro tetro, le aree più strutturalmente esposte, si sono confermate proprio le periferie. Trattate alla stregua di sacche di consenso da spolpare fino all'osso, fomentandole in periodi di tornate elettorali, per poi buttarle via.
La reazione dei cittadini di Quattrograne è sintomatica di un malcontento diffuso che può essere riscontrato a tutti i livelli sociali, seppur in proporzione e sfaccettature diverse. Il malcontento per le scelte di un'amministrazione enormemente distante dalle esigenze e questioni quotidiane che riguardano la città. Un'amministrazione fantasma che ha ereditato una situazione oggettivamente devastata ed è riuscita a peggiorarla. E così accade che, anche chi avrebbe dovuto fare ammenda e farsi da parte per gli errori del passato, possa non solo rialzarsi, ma anche rimettersi in grande spolvero. Indossare la tuta e il mantello. E, sfoggiando un sorriso radioso e il pollice alto, urlare: “Tranquilli, ci penso io”.
Andrea Fantucchio