Maggioranza spaccata, Petitto chiede la verifica

Reazioni e commenti all'epilogo del consiglio comunale con "fuga" dei consiglieri

Avellino.  

Ci risiamo. Su un argomento così importante che si sviluppa tra l’accertamento e la riscossione dei tributi, le cartelle contestate e l’operato della società concessionaria del servizio, la maggioranza di Palazzo di Città mostra tutta la sua fragilità. Una parte va via, facendo cadere il numero legale, e quella ancora in aula resta a bocca aperta per l’ennesimo strappo. E’ questo l’epilogo del consiglio comunale di lunedì, il primo del 2015, che ha fatto registrare un’altra brutta figura in aula ad un’amministrazione che da tempo non ha più il pieno sostegno dei suoi gruppi consiliari. Ma si tiene a galla solo grazie ad una contingenza che non consente, a meno di irresponsabili colpi di testa, di mandare a casa l’esecutivo di Piazza del Popolo. I fatti. Prima di dare la parola al capogruppo di opposizione Dino Preziosi per fargli illustrare la sua mozione tesa alla rescissione del contratto con l’Assoservizi, il sindaco ha spiegato all’aula le determinazioni della giunta. Ossia il mandato conferito al segretario generale dell’ente, Riccardo Feola, affinché promuova un’azione di autotutela nei confronti della srl concessionaria del servizio di verifica e riscossione dei tributi. Azione che culminerà al più presto nella richiesta di decadenza del contratto per il venir meno del rapporto fiduciario con la srl e il suo responsabile. Due opzioni diverse che nella sostanza implicano entrambe il ritiro della delega ad Assoservizi ma mentre il percorso proposto da Preziosi annulla anche gli atti prodotti, con quello scelto dall’amministrazione gli avvisi di riscossione restano validi a tutti gli effetti. Su quanto è accaduto abbiamo registrato le posizioni del presidente dell’assise Livio Petitto e del consigliere Gianluca Festa (uno di quelli usciti dall’aula al momento del voto; gli altri sono stati Genovese, Arace, Negrone, Cucciniello S., Di Iorio, Miro e Matetich). «Mi sarei aspettato di discutere sugli argomenti all’ordine del giorno - ha spiegato Petitto -anche perché c’erano da approvare debiti fuori bilancio per i quali ci sono cittadini che aspettano di essere pagati. Invece abbiamo assistito ad una frammentazione del gruppo che non sta a me giudicare. Ma sicuramente vanno fatti degli approfondimenti dagli organismi preposti e dal partito. Alcuni chiarimenti sono doverosi». E sul motivo della “fuga” il presidente dell’assise ha precisato: «Penso che ci sia stata molta disinformazione sul caso Assoservizi. La giunta aveva affidato il servizio di riscossione dei tributi in estensione rispetto ad una gara già effettuata e sempre la giunta ieri (lunedì) aveva dato mandato al segretario di fare piena luce su quanto accaduto viste le problematiche sollevate dalla Commissione Trasparenza. Tutto qua. Noi prendiamo atto di quanto accaduto e andiamo avanti. Penso, comunque, che ci sia stata una sorta di terrorismo psicologico nei confronti di alcuni consiglieri. Forse si è voluto far credere che con un voto sulla mozione ci sarebbe stata anche una corresponsabilità sulla questione, nonostante non ci sia ancora alcun contenzioso aperto. Del resto, l’affidamento in estensione, anche secondo il parere di un legale, risulta essere legittimo. Questo mi rassicura come consigliere e cittadino e conferma il fatto che non ci sarebbe stata nessuna assunzione di responsabilità nell’approvare o respingere la mozione presentata da Preziosi». Taglio diverso quello dato alla questione da Festa che ha dichiarato: «Noi abbiamo chiesto alla giunta un’assunzione di responsabilità. E’ stata la giunta, non un altro soggetto, a deliberare per ben due volte un anno fa l’affidamento all’Assoservizi. Dunque, abbiamo chiesto al sindaco e ai suoi assessori se questo affidamento fosse legittimo o meno. Se è legittimo Assoservizi deve continuare a svolgere il suo incarico. Altrimenti bisogna annullare tutto, anche le cartelle. Perché non possiamo avere cittadini di serie A e di serie B. Nel senso che chi ha già avuto l’accertamento dovrà pagarlo e chi, invece, non ne è stato ancora interessato non lo pagherà. Non possiamo creare queste iniquità. La giunta, e il sindaco in primis, devono decidere: legittimo o illegittimo. In presenza di questa confusione noi abbiamo scelto di non votare». E poi ha continuato: «Ogni consigliere ha scelto in autonomia cosa fare. Non c’è stato alcun piano congegnato in precedenza, nessuna imboscata. E’ stato il dibattito che ci ha fatto maturare questa scelta. Non nascondiamo, però, che esiste un problema politico se metà maggioranza non partecipa al voto e non sposa la causa fideisticamente. E’ evidente che il rapporto con sindaco e giunta si è incrinato. Cosa che si manifesta da tempo perché si ignorando i problemi. Abbiamo una città che sta morendo, una comunità esasperata, una maggioranza sfiduciata e c’è un esecutivo che fa finta di niente. Altro che piano premeditato: questi consiglieri andrebbero ringraziati, in quanto in molti per senso di appartenenza al posto di votare per la mozione Preziosi sono usciti dall’aula».