Rossi Doria e lo sviluppo mancato grazie ai predatori scesi su morti e macerie

Il senatore socialista inascoltato dalla classe politica che aveva un orizzonte molto stretto

rossi doria e lo sviluppo mancato grazie ai predatori scesi su morti e macerie

Lo scivolamento verso il sottosviluppo è dimostrato dall’andamento demografico dell’Irpinia. Dal 2001 al 2023, gli Irpini sono passati da 420.000 a 396.000, con una perdita di ben 23.000 abitanti.

Avellino.  

Sono passati 44 anni dal terremoto. Un tempo sufficiente per analizzare il comportamento della politica e dei politici, gestori della montagna di milioni assegnati al territorio terremotato, che, per colpa di Mastella e di Pomicino, fu esteso a zone, che non avevano avvertito nemmeno la scossa. Tra i politici, il senatore socialista Rossi Doria sosteneva di dover programmare gli interventi nella logica dello sviluppo, mentre la maggioranza dei partiti ritenne di dover risolvere il problema della ricostruzione del patrimonio edilizio. Questa scelta determinò il dominio dei costruttori edili e dei loro protettori.

L’Irpinia fu invasa da Costruttori di altre Province, che, grazie ad Amministratori disonesti, diventarono padroni dell’Irpinia. Io fui minacciato da un imprenditore casertano, che foraggiava il Sindaco del mio Paese e mi vedeva come nemico. Il territorio invece di essere utilizzato nella logica dello sviluppo, venne regalato a Imprenditori e , da risorsa per lo sviluppo, diventò merce per gli affaristi. La miopia degli amministratori distrusse le risorse, non le valorizzò.

Lo scivolamento verso il sottosviluppo è dimostrato dall’andamento demografico dell’Irpinia. Dal 2001 al 2023, gli Irpini sono passati da 420.000 a 396.000, con una perdita di ben 23.000 abitanti. Da Segretario Provinciale del PSI, girai per l’Irpinia , notte e giorno e organizzai convegni per confrontarci sul che fare. Oltre a stare vicino a Rossi Doria, accompagnai Craxi, Giorgio Ruffolo, Giuliano Amato, Francesco Forte, Il sindaco di Milano, Tognoli (Milano adottò Lioni), Enrico Manca e Avolio. Cercammo, senza riuscirci, di conciliare la ricostruzione con lo sviluppo.

Purtroppo, prevalse la logica degli imprenditori edili e degli intrallazzatori. Lo svuotamento della vita sociale iniziò da Avellino, che ha visto morire parti storiche, come Corso Umberto e la zona della Fontana del Fanzago, detta "dei 3 cannuoli". Non a caso, nel dopo terremoto, nei Partiti dominavano i costruttori, come Iapicca e Sibilia. Per capire il danno fatto al territorio, bisogna girare per i Paesi e constatare la trasformazione subita, “da centri di gravità permanente” (Battiato) a somma di palazzine, fatte in serie. Non ho letto nessun riferimento a ciò, che la logica dello sviluppo suggeriva. Una mia proposta mirava a migliorare i collegamenti con il Sannio e con la Provincia di Napoli. La distanza tra Avellino e Benevento è di 24 Km e la strada è in uno stato tale da richiedere quasi 50 minuti per percorrerla.

La seconda fase, quella che portò alla scelta di zone per insediamenti industriali, creò le premesse per altri affari a danno del territorio e a favore di industriali del Nord e del Nord-Est. Le zone furono scelte per assecondare i Sindaci di alcuni Comuni. Scelta che fece aumentare i costi senza effetti positivi per il territorio. Ci sarebbero tante cose da dire, ma per è sufficiente leggere la situazione attuale per capire la negatività delle scelte fatte da politici venduti a imprenditori del Nord. L’errore più grande fatto a danno del territorio fu quello di fare scelte ordinate dal potere, mentre si crerono le premesse per annullare le risorse, invece di valorizzarle.