Autonomia differenziata, Cucciniello: "Frammenta e aumenta disuguaglianze"

Il presidente ACLI Avellino: "Aumenteranno i privilegi di pochi a scapito delle esigenze di molti"

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Avellino.  

"Quello che temevamo è accaduto: messun ravvedimento, nessun emendamento e alla fine l’autonomia differenziata è legge. Centinaia di iniziative in tutto il Paese non sono servite a bloccare un disegno di riforma costituzionale che spacca e frammenta, che aumenta le disuguaglianze tra Nord e Sud e tra le aree ricche e quelle povere". Così Alfredo Cucciniello, presidente ACLI Avellino e portavoce del forum irpino del terzo settore, si è espresso sull'autonomia differenziata: "Il testo approvato in Parlamento è tutto concentrato a definire le modalità con cui le Regioni potranno chiedere di gestire in proprio ben 23 materie, ivi comprese Sanità ed Istruzione, la cui competenza era fino a ieri dello Stato centrale. Viene invece rinviata la definizione delle modalità di finanziamento dei LEP, i livelli essenziali di prestazione, e viene ignorata la necessità di prevedere adeguati meccanismi di perequazione che impediscano l’aumento delle disuguaglianze e dei divari tra i diversi territori, il riferimento al tener conto della “spesa storica” delle Regioni è il segnale inequivocabile di una realtà che, se cambia, volge al peggio.

Senza il riconoscimento di diritti universali in tutto il Paese aumenteranno i privilegi di pochi a scapito delle esigenze di molti. Abbandonare il principio dell’universalismo nei servizi di welfare, dopo aver già abbandonato il medesimo principio nelle misure di contrasto alle povertà, non può che allargare la platea dei poveri e ridurre drammaticamente il numero dei beneficiari di indispensabili misure di sostegno. L’autonomia differenziata non porterà benefici per tutti i cittadini, non farà progredire il Paese sul piano dei diritti, della coesione e dell’inclusione sociale: la povertà, la disabilità, l’emarginazione e le periferie sociali continueranno ad essere un problema, ovunque e in alcune aree del Paese ancor di più. Il mondo del Terzo Settore, che quotidianamente intercetta i bisogni delle persone e le loro difficoltà a vedersi riconosciuti e garantiti i loro diritti, ribadisce pertanto la propria contrarietà ad un disegno di riforma che dal primo momento ha giudicato iniquo e pericoloso".