L'OPINIONE. "Sveglia Irpinia"

Contributo a cura di Luigi Mainolfi

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Avellino.  

Quando incominciai ad interessarmi dei problemi della Provincia di Avellino, partii dalla costatazione di trovarmi più di fronte a una somma di Zone che a un territorio unitario. Per fortuna, la politica mirava allo sviluppo complessivo dell’Irpinia. Grazie a personaggi importanti si mise in moto un processo, che tendeva a far coincidere un nome con un territorio e al suo rapporto con altre zone della Campania e del Mezzogiorno.

La spinta Rossi-Doria

La spinta di Rossi-Doria a superare il dualismo “Zona dell’osso e zone della polpa”, il Progetto 21,l’autostrada Napoli – Bari, le Comunità Montane, il Comitato per lo Sviluppo, l’istituzione del Parco del Partenio e di quello del Laceno e la valorizzazione delle risorse irpine animavano i confronti Politici. Poi, venne il terremoto e l’urgenza fu utilizzata per abbandonare la programmazione dello sviluppo, snobbare l’impostazione e i consigli del Senatore Rossi-Doria e improvvisare zone industriali per regalarle agli avvoltoi del Nord. I “Vicari” diventarono “manager” delle imprese dei prefabbricati e di quelle, che avevano macchinari da smaltire.

La beffa della politica

Un imprenditore del Nord diventò Parlamentare irpino e un altro padrone dell’Avellino Calcio. E, il povero Rossi-Doria andava predicando, senza essere ascoltato. Purtroppo, anche la Lega delle Cooperative si comportò, con la collaborazione di Politici e sindacalisti indigeni, da invasore. La conseguenza più dannosa è stata l’indebolimento della visione unitaria della Provincia, che si capisce anche dall’aver affossato il Comitato Provinciale per lo sviluppo, da me proposto nel 2000 e dal diluvio di proposte e di iniziative inconcludenti, come le diverse Area Vasta, il Progetto Alta Irpinia, la creazione di Distretti di ogni tipo, i Piani di Zona, i Gal, ecc. E’ indicativo anche il fatto che alcuni operatori dell’informazione , non parlano delle risorse presenti nei Comuni diversi da Avellino. Se ,poi, analizziamo i vari settori economici, vediamo che quello commerciale (supermercati), è in mano a “forestieri”. Nel capoluogo sono scomparsi quasi tutti i “Generi alimentari”, gestiti da avellinesi.

La Centrale a Caposele ma pugliese

L’effetto della “scienza” della politica nostrana , dei sindacati e delle associazioni di categoria” è l’aumento delle negatività e la scissione dell’Irpinia in tanti orticelli. Con queste premesse, le parole dell’ex Ministro Carmelo Conte, in una riunione al Circolo della Stampa, mi hanno fatto intravedere la fine sostanziale della Provincia di Avellino e l’invasione delle Province di Salerno e di Napoli e delle Regioni Puglia e Basilicata. Conte ha parlato di un progetto, che prevede la scomparsa delle Regioni a favore di un’Italia delle Province, da ridefinire; dell’interesse di zone dell’Alta Irpinia a passare con la Puglia, legittimando la presenza di pugliesi in attività economiche di quella Zona e, infine, di considerare Salerno come “Avellino a mare”, che significa Avellino frazione di Salerno. Ho trovato inaudito il fatto che una centrale idroelettrica realizzata nel Comune di Caposele sia stata finanziata dalla Regione Puglia, non dalla Campania. Il comportamento di alcuni Amministratori, come quelli, che si sono prodigati per la Calitri –Eboli; quelli della Valle Caudina, che sognano il Sannio e quelli del Vallo di Lauro, che guardano verso il nolano, dimostra la tendenza centrifuga. Anche il masterplan di Valle Ufita non nasce in una logica unitaria provinciale. Ma c’è dell’altro, seguendo il metodo andreottiano, ho cercato le motivazioni politiche delle parole di Carmelo Conte. Da alcuni mesi, si parla dell’esigenza dell’unione delle Regioni meridionali.

Lotte tribali

Mi sembra normale un rapporto tra politici campani e di altre Regioni, soprattutto del PD. In tale logica, Conte, padre di Pietro, trombato dal PD deluchiano, può trovare utile un rapporto con il pugliese Emiliano, per contrastare il Governatore De Luca, padre del Vice Capogruppo PD, alla Camera. Se questa ipotesi è fondata, la convergenza della stupidità delle scelte politiche degli irpini e il disegno di politici navigati di altre Province produrranno effetti mortali per l’Irpinia. Perciò, sveglia.