"La Provincia non va "spoliticizzata". Basta trasformismo e gestioni opache"

Amalio Santoro chiama a confronto le forze progressiste in vista delle provinciali

la provincia non va spoliticizzata basta trasformismo e gestioni opache
Avellino.  

Un’iniziativa per un confronto tra amministratori locali e forze politiche per costruire all’Ente Provincia uno schieramento progressista, al di fuori di quelle logiche trasformistiche e consociative che hanno caratterizzato negli ultimi anni la conduzione di Palazzo Caracciolo.

L'appello arriva dai firmatari di un documento in vista delle provinciali. Ritengono questo un passaggio fondamentale e preliminare per restituire protagonismo e incisività all’azione della Provincia, nella chiarezza delle posizioni politiche e di precise opzioni programmatiche, soprattutto sui grandi temi che interessano l’Irpinia. L’appello dei firmatari chiama ad un confronto pubblico amministratori e politici che si richiamano ai valori del riformismo democratico. L’appuntamento è fissato per domani alle ore 17 al circolo della stampa di Avellino.

“Da troppo tempo l’Ente Provincia è ripiegata in una dimensione autonoma e separata, del tutto avulsa dal suo contesto politico sociale ed economico - spiega l'esponente di “Si Può” Amalio Santoro - Di fatto, i problemi veri di questa provincia si trascinano nell’indifferenza dei rappresentanti dell’Ente. La Provincia si è separata dalle grandi questioni del suo territorio: ciclo dei rifiuti, Alto Calore, PNNR, crisi economica e sociale, per citare quelle più urgenti e drammatiche. L'obiettivo è segnare una discontinuità rispetto all'esperienza uscente piuttosto opaca e abbandonare questo trasformismo dilagante. Il tentativo è costruire un centrosinistra vero, scongiurare l'ipotesi dei “listoni”. Certo, non è un'operazione facile ma noi ci proveremo a costruire un'alleanza con i 5 stelle e le forze democratiche".

"La Provincia non può essere “spoliticizzata”, come ha dichiarato recentemente il presidente Biancardi teorizzando quasi una concezione “proprietaria” dell’ente, in cui è bandita la politica e le scelte dei futuri governi diventano un fatto loro, nelle mani di quel gruppo che siede nei banchi di Palazzo Caracciolo".

"Occorre – chiosa Santoro - che il prossimo appuntamento di dicembre per il rinnovo del Presidente e del Consiglio della Provincia sancisca il ritorno ad una dialettica realmente democratica, basata su una condivisa visione della nostra provincia e sulle priorità che è necessario affrontare per la sua gente e il suo territorio, chiudendo definitivamente questa brutta pagina di trasformismo e consociativismo”.