Era un socialista storico. Di Antonio De Fazio, scomparso all'età di 85 anni, era forse questa la definizione che meglio di ogni altra rappresentava il personaggio che ha vissuto di pane, calcio e politica come la gran parte degli avellinesi che sono stati protagonisti dell'epoca degli anni Ottanta.
Non mi piace mai parlare in prima persona. Ma l'ultima volta l'avevo visto qualche mese fa che comprava la mazzetta dei quotidiani all'edicola davanti alla Villa Comunale. Da politico navigato sapeva che raccogliere le informazioni era la base per un politico attento. E lui lo è sempre stato. Soprattutto nei confronti della gente del popolo. Antonio Gengaro ricorda che De Fazio (definito da lui “amministratore onesto, rigoroso e tenace”) è stato uno degli amministratori comunali più longevi, quasi 30 anni vissuti nella casa comunale a difendere gli interessi dei cittadini. Vicesindaco di Giovanni Pionati nei giorni del terremoto, poi al fianco di Enzo Venezia con cui disegnò il percorso per uscire dall'emergenza post sisma. Ma Antonio De Fazio è stato protagonista poi con Galasso e quindi anche con Di Nunno prima da assessore al commercio e alla pubblica istruzione e poi come presidente del consiglio comunale, il primo eletto dall'assise. Persona seria, onesta e leale. Di Nunno lo volle al suo fianco nella conferenza stampa dopo “l'operazione canaglia” che spense la speranza di una rinascita democratica e libera della città. Con Antonio Santoro, Antonio Bellizzi e il senatore Modestino Acone ha fatto parte di quella squadra di socialisti che hanno vissuto la politica come servizio. Senza mai coltivare un interesse personale. Altra stoffa, altra politica. Una cosa è certa: ai figli, in particolare all'amico Alberico a cui va la nostra vicinanza, il compito di non disperdere un esempio così straordinario.