Sirignano all'Asi, Pd spaccato. Famiglietti chiede la verifica

Il patto di una parte dei democratici con l'Udc crea le premesse per una rottura dei "renziani"

Avellino.  

«A questo punto De Blasio farebbe bene a riunire gli organismi provinciali del Pd per verificare se su questa linea, che si sta seguendo senza condividerne le strategie, ha la maggioranza. È necessario far parlare i numeri…». Luigi Famiglietti, deputato del Pd e primo rappresentante dei “renziani” in Irpinia sfida il segretario provinciale a convocare un’assemblea a via Tagliamento per discutere e decidere il percorso da intraprendere. Una reazione decisa all’elezione di Vincenzo Sirignano nel cda dell’Asi, avvenuta questa mattina. Quando il sindaco di Mirabella Eclano, esponente dell’Udc e demitiano doc, con 25 voti favorevoli è entrato nel consorzio al posto di Maurizio Petracca, che dello scudo crociato è diventato capogruppo al consiglio regionale.

Una scelta che è stata criticata sia dal centrodestra che, appunto, da una vasta parte del Pd. Evidenti, del resto, i motivi delle assenze dei delegati e dei primi cittadini di Ncd e Forza Italia (Fontanarosa, Ariano Irpino e Pratola Serra oltre che della Provincia). Atteggiamento teso a rimarcare la rottura delle larghe intese tra i partiti in provincia, avvenuta dopo il patto De Mita - De Luca per le regionali. Ma problemi di coesistenza con il nuovo alleato sono riemersi anche all’interno del Pd vista la mancata partecipazione all’assemblea di sindaci e delegati di Frigento (comune guidato proprio da Famiglietti), Morra de Sanctis, Lioni, Conza, Calitri, Montefredane e Grottolella.

Insomma, se non è una spaccatura poco ci manca. E su questo punto di non ritorno la nota di Beniamino Palmieri, sindaco di Montemarano e presidente di Big Bang Irpinia, è stato il primo passo: «L’esito della riunione del Consiglio Generale dell’Asi di stamane - ha scritto - evidenzia in modo chiaro l’esistenza di un accordo politico tra una parte del Pd e l’Udc. Un patto che sa di malinconico ritorno al passato, mai ratificato dagli organi del Partito Democratico irpino e del tutto estraneo all’intesa istituzionale negli Enti che finora ha coinvolto tutte le forze politiche. Tenuto conto anche del mancato accoglimento, da parte del segretario provinciale, delle nostre ripetute richieste di verifica della maggioranza congressuale e considerata la situazione di stallo che si è venuta a determinare dopo il voto regionale fino ad oggi - ha concluso - riteniamo che non vi siano più le condizioni per il sostegno politico a questa segreteria provinciale».

A chiudere il capitolo dei malumori che certamente avranno conseguenze negli equilibri di via Tagliamento, poi, le dichiarazioni di Famiglietti che ha così continuato: «L’intesa tra una parte del Pd e l’Udc, che rinnega gli accordi istituzionali negli enti precedentemente registrati, ci pone davanti a scelte non condivise. Ricostruendo le diverse vicende politiche provinciali, posso intuire che probabilmente questa intesa parte dallo scorso febbraio quando per la stessa Asi si disse di votare Vignola e Adiglietti. Con quest’ultimo che la spuntò per un solo voto. Adesso la realtà dei fatti è emersa del tutto e la risposta di molti sindaci e amministratori è stata quella di disertare l’assemblea. È il segno palese di un disagio patito dagli stessi amministratori come pure dagli elettori. Del resto veniamo da una serie di sconfitte elettorali: provinciali e comunali, dove abbiamo perso diversi comuni. Allora si arrivi ad un chiarimento per risolvere il problema. Alla segreteria lo abbiamo chiesto già molte volte».

Alessandro Calabrese