Grassi sposa la Lega: "Nel M5s zero democrazia e non studiano"

Presentazione ufficiale ad Avellino del senatore che ha lasciato i grillini

"Ho capito che dovevo andarmene quando ho visitato il cantiere della Lioni Grottaminarda. La stazione Hirpinia l'ho salvata io. Un partito che non legge le carte è inaccettabile. Agli elettori traditi dico: la mia battaglia va avanti per l'Irpinia"

Avellino.  

“Ho capito che il Movimento Cinque Stelle non era più il mio partito quando un giorno sono andato sul cantiere della Lioni Grottaminarda e ho parlato con un operaio che piangeva perché non poteva mettere il piatto a tavola. Lì qualcosa si è rotto, in quel momento ho deciso che era finita col Movimento Cinque Stelle. La politica che si rifiuta di consultare i documenti e prende decisioni senza studiare è inaccettabile! L'interruzione di quei lavori la stiamo pagando ancora cara. Così come per la stazione Hirpinia: rischiava di saltare perché non hanno saputo leggere le carte. Io ho salvato la Stazione Hirpinia”.

Poi c'è la vicenda dell'Anvur, l'agenzia nazionale per la ricerca e via così con l'elenco degli episodi che avrebbero spinto il senatore Ugo Grassi, eletto nel 2018 nel collegio uninominale in Irpinia per il Movimento Cinque stelle, a passare con il partito di Salvini.

Il gruppo regionale della Lega ha accompagnato il senatore irpino alla presentazione ufficiale questa sera al Circolo della Stampa di Avellino.

Al suo fianco ill coordinatore regionale e braccio destro di Salvini, Nicola Molteni insieme al neo commissario provinciale Pasquale Pepe. In sala il deputato eletto in Campania Gianluca Cantalamessa, il responsabile del programma per le elezioni Regionali l'ex rettore Unisa, Aurelio Tommasetti, il sindaco di Cassano Irpino Salvatore Vecchia e la capogruppo in Consiglio Comunale della Lega Monica Spiezia.

Un benevenuto corale all'uomo che in questi giorni ha fatto molto tribolare il capo politico grillino Luigi Di Maio. Abbiamo chiesto a Grass: cosa contesta più di tutto al Movimento Cinque Stelle?

“La totale mancanza di democrazia – ha risposto il senatore - non c'è confronto, le opinioni dei deputati non vengono neanche ascoltate. Guardi, è un momento decisivo quello dell'ascolto nel funzionamento di un partito”.

Ma non è stato sempre così?

“No, all'inizio era diverso – ammette Grassi – La mia non è stata una decisione improvvisa. Il mio è stato un percorso trasparente, chiunque scorra a ritroso la mia pagina Facebook può rendersene conto”.

Ma perché ha scelto la Lega e non ha preferito passare nel gruppo misto come è accaduto ad altri Cinque Stelle pentiti prima di lei?

“Perchè durante l'anno e mezzo di governo mi sono accorto che con la Lega era possibile costruire un percorso comune. Soprattutto, e lo rivendico con orgoglio, per quanto riguarda la sorte dell'Università. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'imposizione nella legge di Bilancio della norma costitutiva dell'Agenzia nazionale per la Ricerca. Può sembrare un argomento marginale, non lo è. Lo studio e la ricerca sono fondamentali per il progresso di un territorio. Questa agenzia è l' ennesima coltellata che viene inflitta all'Università, soprattutto a quelle meridionali. Su questo punto anche la Lega si è opposta. E quando mi sono accorto che il collega della Lega era d'accordo con me e il Movimento nemmeno mi ascoltava allora mi sono detto: qualcosa non va”.

Quando ho letto lo statuto della Lega mi sono emozionato – ha aggiunto Grassi – il progetto federalista della Lega mi convince, anche la germania funziona così. E in quel progetto non c'è solo il nord, ci sono tutte le regioni”.

Sulla penale da 100mila euro che il Movimento rivendica nei confronti di chi lascia e sulle affermazioni di Di Maio che aveva parlato di “mercato delle vacche” e di “senatori venduti un tanto al chilo”, Grassi preferisce non commentare:

“Guardiamo avanti, non facciamo pettegolezzi. Il procedimento dei probiviri c'è, parte in automatico, ma sul resto lasciamo perdere. Di Maio lo sa bene, non ho bisogno di vendere o comprare. Gli conviene fomentare un attacco nei mei confronti ma sono certo che lui le ragioni di quello che è accaduto le conosce benissimo”.

Ora cosa dirà ai tanti elettori del Movimento Cinque Stelle che in Irpinia lo hanno votato e ora si sentono traditi?

“Io comprendo. È stato un passaggio molto difficile anche per me, mi è costato molto. Ma quando ti accorgi che le politiche concrete quelle reali si stanno trasformando in un tradimento di quello che gli elettori si aspettavano uno per dignità deve reagire e per lealtà nei confronti degli elettori. Mi rendo conto che il contenitore è cambiato. Ma il contenuto no. Le mie battaglie ora continuano con la Lega”.

Quali sono allora le priorità secondo Grassi?

"Difesa del territorio, industria e infrastrutture. Sono preoccupato per lo stabilimento Fca di Pratola Serra, per il disinteresse del governo nei confronti dell'automotive, sono preocupato per l'ex Irisbus: al di la di alcuni progressi che per onestà intellettuale ammetto siano stati fatti su Flumeri rimane un grosso problema. I due stabilimenti di Bologna e Flumeri sono piccoli rispetto alle industrie di quel tipo. Non può sopravvivere sul mercato globale, serve il quarto partner”

Il coordinatore regionale del Carroccio Nicola Molteni ha parlato di Grassi come dell'uomo che mancava alla Lega “il profilo giusto e competente che saprà dare un contributo in termini giuridici e politici di assoluto livello. Grassi rappresenta esattamente quel profilo che si sposa col disegno della Lega: una forza radicata sul territorio che vuole aprirsi alla società civile. E vi anticipo che tante persone, un mondo buono sano e bello sta bussando alle porte della Lega, non per chiedere posti ma per portare idee e contributi. In questo processo di crescita e investimento sui territori siamo certi che Grassi sarà utilissimo e rapprsenterà un valore aggiunto”.

Molteni prova però anche a rassicurare quelli della “vecchia guardia”, ovvero i leghisti della prima e della seconda ora che pure avevano avanzato qualche dubbio all'innesto di Grassi nel partito, proprio in questo momento che si deve ragionare per le candidature alle prossime elezioni regionali.

“Voglio rassicurare e ringraziare tutti i militanti storici quelli che tre quattro anni fa hanno messo la faccia sul simbolo della lega quando fare il leghista ad Avellino e in Campania non era tanto facile. Oggi il movimento sta crescendo. Guardiamo alle elezioni regionali, ma ovviamente  abbiamo tutti una prospettiva nazionale perchè abbiamo legittimamente l'ambizione di tornare al governo. Abbiamo bisogno di persone che sappiano supportare questo progetto. Grassi porta un contributo territoriale e grazie alle sue competenze porta un contributo anche al progetto nazionale. Ho l'impressione che Ugo sia stato messo in uno stanzino al buio. Ecco noi lo vogliamo liberare, lo abbiamo liberato” conclude Molteni.