“Né con Salvini né con De Luca”. Non ci ha detto nulla di nuovo il sindaco De Magistris che da tempo ha posto una pregiudiziale senza se e senza ma sul nome del governatore uscente “unico rappresentante delle istituzioni che non mi vuole incontare”. L'obiettivo di Dema, per le prossime regionali, è creare il “terzo polo”, di matrice esclusivamente civica, perché “se la gara è di nuovo tra Caldoro e De Luca mi viene la depressione...” ha detto il sindaco di Napoli.
Arrivato ad Avellino, ospite di Luca Cipriano (neo iscritto al Pd) e dell'associazione Ossigeno, Dema ha parlato della sua esperienza amministrativa “senza partiti e senza soldi” e dopo otto anni il suo desiderio è esportare il laboratorio poltico sperimentato nella capitale del Sud sia sul piano regionale che sul piano nazionale.
Le regionali. “Noi ci saremo, presenteremo una lista subito dopo l'Epifania, non per andare da soli contro tutti, ma per una coalizione civica regionale ampia, fatta di persone credibili, alternative alla destra a trazione salviniana e a De Luca. Parleremo con tutti quelli che ci voglio stare, anche perché gli schieramenti politici non sono più granitici”.
“Se il Pd si ostina a candidare De Luca non si fa nulla, io sono completamente alternativo a De Luca. La Campania può essere l' unico lavoratorio diverso dallo schema Umbria ed Emilia, penso che esperienze civiche forti come quella di Napoli debbando spingere i partiti a superare il loro schema tradizionale”.
E allora con chi vuole parlare davvero De Magistris? “Con i cinque stelle e con il Pd vogliamo dialogare, ma anche col centrodestra moderato. Una lista o più liste civiche, persone in grado di governare: perché vogliamo una sanità che funzioni, trasporti che funzionino, vogliamo una gestione capace dei rifiuti, e l'acqua pubblica per tutti. Se gli altri tentennano andremo da soli a fare il turno unico, ce la giochiamo”.
Ma chi sarà il candidato dell'eventuale terzo polo in Campania? De Magistris aveva escluso fino a poco fa un suo impegno diretto. Ma ora le cose stanno cambiando. Il quadro politico è molto fluido, e il sindaco vuole lasciare una finestra aperta su tutti i fronti. Soprattutto nel caso in cui dovesse cadere il governo giallo rosso.
“Oggi escluderei la mia candidatura. Ma se si costruisce la coalizione civica e mi chiedono se sono disponibile a guidarla allora potrei candidarmi. A meno che non cade il Governo: in quel caso – aggiunge Dema - un pensiero a costruire un Fronte di liberazione nazionale io a quel punto lo farei e mi candiderei”.
“Da quello che vedo non è detto che questo governo duri – ha aggiunto Dema - Ora, è più probabile che io arrivi a fine mandato nel giugno del 2021. Ma dopo 8 anni e la nascita di Dema, che si sta facendo conoscere anche fuori Napoli, non potevamo restare a guardare. I candidati attualmente in campo non ci entusiasmano, anche perchè so quanto è importante la Regione. La Campania sarà decisiva per le sorti del Paese. E poi è la terra di Di Maio e Fico, i Cinque Stelle non possono non partecipare. Inoltre è la regione che traina il mezzogiorno. Costruire un'alternativa di stampo civico che metta dentro i territori, i sindaci, le associazioni e i movimenti è una grande opportunità. Ci consentirebbe di convincere e di vincere. Degli spiragli interessanti per costruire convergenze ci sono. Ma attenzione – avverte Dema - Più tempo passa peggio è. Pd e Cinque stelle aspettano il 26 gennaio, il voto in Emilia, soltanto dopo decidono sulla Campania. Ma più vai avanti e più è difficile che il Pd non accetti di sostenere De Luca, anche se ci sono tanti, dentro il Pd, che non lo vogliono. Quando vado a Roma sembrano tutti d'accordo con me. E anche qui in Campania tanti militanti e amministratori sono d'accordo con me. E allora facciamo un programma, un manifesto. Sarebbe una cosa innovativa. Se dovessimo vincere potrebbe esser l'inizio di un laboratorio nazionale...”
L'asse Milano – Roma – Napoli. L'autonomia delle città. In attesa del Fronte di liberazione nazionale De Magistris consolida il rapporto con i sindaci di Milano (Pd) e Roma (M5S), Beppe Sala e Virginia Raggi.
“La città è il luogo da cui il paese dovrebbe ripartire. I governi che si sono succeduti in questi anni hanno fatto di tutto per schiacciare le città con vincoli normativi e finanziari. Ma le città, messe nelle condizioni per offrire più sviluppo e servizi renderanno il paese più forte con più lavoro, maggiore giustizia sociale e uguaglianza. Napoli è la più grande area metropolitana d'Europa con 92 comuni e 3,5 milioni di abitanti.
Milano è la più grande area metropolitana del nord Italia. Con Roma insieme facciamo più di 10 milioni di abitanti. Quindi abbiamo detto: facciamo una proposta insieme: al Governo e al Palamento. Anch la Raggi è d'accordo. Una proposta concreta che parte dalle tre grandi aree metropolitane di italia con tre sindaci diversi, uno autonomo, uno del pd l'altra dei cinquestelle, per uscire fuori dal dibattito drogato del regionalismo differenziato, che crea separazione nel paese, disuguaglianze e poteri alle caste. Facciamo questa sperimentazione. Diciamo al Governo: date i fondi europei direttamente alle grandi aree urbane, creiamo servizi di trasporto, rifiuti, sistema idrico tutto su base metropolitana, e diamo autonomia ai sindaci. Questa è la proposta che presenteremo all'inizio dell'anno nuovo. Ci stanno già lavorando i nostri tre capi di gabinetto. L'autonomia vera è quella dei territori. Immaginate se il sindaco di Avellno non deve andare più a Roma o alla Regione a chiedere soldi. Ma lo sapete che noi adesso stiamo avendo i finanziamenti europei del 2006/2013? Se dessero direttamente i soldi alle città si potrebbe correre. Il sindaco è quello che meglio può spendere i fondi ed è controllato in maniera diretta dal popolo. I soldi ora si disperdono tra governo nazionale e regionale, la casta gestisce la borsa. Io sono per l'autonomia vera. Partiremo da lì per arrivare alle autonomie delle città”.
Criminalità organizzata e istituzioni. “Ci vuole una rivoluzione culturale”. Con le recenti inchieste della magistratura sul Clan Partenio 2, la città di Avellino ha scoperto che nelle proprie istituzioni si era infiltrata la criminalità organizzata. Quando Nicola Battista, responsabile della redazione de Il Mattino di Avellino, ha chiesto al sindaco di Napoli se avesse una ricetta, un consiglio per gli amministratori irpini, De Magistris non ha potuto fare a meno di ricordare che prima di essere sindaco era un magistrato.
“Se il nostro fosse paese normale farei ancora il magistrato – ha aggiunto- io volevo fare quello. Ma sono stato troppo curioso, ho creduto nell'autonomia della magistratura mi hanno fermato nel momento in cui facevo delle inchieste delicate, mi hanno tolto le inchieste e mi hanno trasferito, lasciando in Calabria i magistrati corrotti. Oggi penso che l'emergenza vera non è immigrazione ma sono mafia e corruzione, il vero tema di cui non si parla. Oggi la mafia non spara più, non perchè è stata sconfitta, ma perché si è evoluta, è più intelligente. Le bombe non convengono. Le mafie fanno studiare i figli alla Bocconi e alla Luiss. Il centronord è invaso di capitali mafiosi. La ndrangheta più potente non sta per strada. A me mi hanno fermato quelli che mi dovevano proteggere”.
E ancora: “Magari fosse solo il rapporto con la politica. È la mafia nelle istituzioni ch ci deve fare paura. La mafia che sta dove si fanno le leggi, se le fanno come dicono loro, si fanno le sentenze come dicono loro, gli appalti cme dicono loro. Ecco perché ci vuole la rivoluzione culturale. Noi invece affidiamo la medicina a quelli che ci hanno portato a questo. Fare il magistrato mi è servito per fare il sindaco, io so cos'è il marcio nelle istituzioni. Ma continuo a crederci, nonostante il male che ho visto fare. Il segreto è togliere l'ossigeno alla camorra. A Napoli ci sono le stese, le estorsioni, dentro il Comune la mafia non c'è e non è poco. Io vedo però un po' di caduta morale complessiva. E le mafie ci lavorano su questo. Hanno la cpacità raffinata di comprendere questa caduta morale e di inserirsi. Facciamo che la gente perbene vada a ricoprire incarichi pubblici. Più va gente incompetente nei luoghi di potere e più la mafia si insinua. Diventi pure ministro magari e ti trovi accanto quello che ti entra come il burro e non capisci se quello che ti siede accanto è una persona perbene. Il casellario giudiziario non racconta la corruzione della borghesia mafiosa. Per me la priorità è questa: lotta alla corruzione e alle mafie.
Il turismo. Prima di concludere un passaggio sul miracolo “turisti” a Napoli. “Avellino dovrebbe mettersi in rete con la città Napoli – ha detto De Magistris - se riusciamo a creare un collegamento con le tante realtà turistiche che sono nate in città si può immaginare che i benefici non ricadano solo sul capoluogo ma su tutte le aree della Campania. Qui avete risorse straordinarie – ha aggiunto De Magistris – bisogna crederci. Anch'io non avrei mai creduto che Napoli diventasse la prima città in Italia per crescita culturale e turistica non avendo soldi da parte di chi ha in mano le politiche per il turismo. Migliaia di posti di lavoro si sono creati. Siamo il primo set cinematografico del sud con mille produzioni televisive, e 14 milioni di incassi senza considerare l'indotto. E poi siamo terzi per start up giovanili, dopo milano e torino. I giovani investono a napoli. E allora dobbiamo creare collegamenti con queste realtà che sono straordinarie. Dobbiamo crederci”.