Spagnuolo all'Acs: "La mia non è una nomina politica"

Il neo presidente risponde alle critiche delle opposizioni: "La scelta è prerogativa del sindaco"

"La società non è in deficit, sulle fatture non posso parlare devo vedere le carte. Ora a lavoro per mettere a sistema i servizi con nuove funzioni per i dipendenti. Il Pd irpino? problema atavico, mancano i leader "

Avellino.  

“Voglio chiarire subito. La mia non è una nomina politica. Detto questo ogni nomina è fiduciaria e discrezionale prerogativa del sindaco. In questo momento c'era un'emergenza e una vacatio all'Acs e bene ha fatto Gianluca Festa ad adottare una soluzione ponte, quindi temporanea. Ma anche in caso di bando, la scelta finale spetta sempre al governo della città”.

Così Paolo Spagnuolo, ex sindaco di Atripalda, chiamato dal sindaco di Avellino a ricoprire il ruolo di amministratore unico pro tempore per la Società partecipata Avellino Città Servizi dopo le dimissioni di Greco. Sarà affiancato da Luciano Basile in qualità di revisore dei conti.

Il suo compito sarà redigere il bilancio consuntivo e approvare il nuovo contratto di servizi, nonché procedere alla modifica dello statuto. La scadenza del suo mandato sarà il 30 giungo 2020. Nelle more Spagnuolo dovrà anche stilare il bando per la nomina del nuovo amministratore unico.

Sulla sua nomina si sono scatenate le opposizioni al termine della riunione dei capigruppo. Secondo il consigliere Dino Preziosi de “La Svolta”, “la nomina di Paolo Spagnuolo è contro legge e non ha valore”.

Anche Luca Cipriano capogruppo di “Mai più” contesta la nomina, la ritiene “una scelta inopportuna. Avevamo suggerito di nominare il segretario e non una personalità esterna”. E sulla vicenda legata ai 700 mila euro di fatture contestate all’Acs dal Comitato di Controllo analogo le opposizioni temono che ricada tutta sul bilancio già compromesso dell'ente.

Spagnuolo parte proprio da quest'ultima vicenda.

“Non ho visto ancora le carte, il passaggio di consegne avverrà a fine settimana. Ma da quello che so l'Acs non è un ente in deficit, non ci sono particolari criticità a livello finanziario e questo è già un buon punto di partenza. Sulle fatturazioni contestate bisogna vedere, non posso esprimermi. Quello che posso dire con estrema certezza è che l'Acs non rappresenta un peso per il Comune ma un'opportunità. È necessaria un'inversione di tendenza nell'opinione pubblica che generalmente vede tutte le società partecipate come ammortizzatori sociali o carrozzoni politici. L'Acs può avere una utilità importante la per città di Avellino. Ecco perché bisogna porre mano allo statuto e attribuire nuovi servizi e ulteriori funzioni alla società. Al di la' della semplice gestione dei parcheggi”.

Può farci un esempio? L'Acs già include diverse funzioni.

“Si ma è necessario mettere a sistema quello che già esiste come la guardiania delle strutture pubbliche e dei parchi e prevedere altre prestazioni come la manutenzione del verde e delle strade. Abbiamo delle figure che vanno sfruttate al meglio. Trenta dipendenti che non possono limitarsi al controllo dei parcometri. In questo modo si può tentare di sgravare il Comune da ulteriori costi legati spesso all'affidamento a terzi di funzioni che potrebbero essere svolte dall'Acs. Quando ero sindaco di Atripalda mi sono ritrovato con una squadra di generali, tutti competenti, ma pochissimi soldati. Oggi abbiamo una società partecipata che ha a disposizione categorie di lavoratori in grado di svolgere funzioni essenziali per la comunità, servizi di impatto immediato per il bene comune, che garantiscono costi e tempi inferiori. Queste valutazioni saranno prese in considerazione all'atto di aggiornamento del contratto di servizio con il Comune”.

Ma cosa accomuna Gianluca Festa e Paolo Spagnuolo? A parte il dato anagrafico (sono quasi coetanei) di sicuro entrambi si sono smarcati da un partito, il Pd appunto, da cui si sentono in qualche modo “traditi”. Spagnuolo lo ha fatto prima, dopo aver amministrato per cinque anni la cittadina del Sabato, ritrovandosi all'opposizione di una giunta di centrosinistra.

Adesso si vocifera di un suo avvicinamento a Italia Viva, il nuovo soggetto politico di Matteo Renzi...

“Si, mi sto guardando intorno. I partiti, come dice Cacciari, sono ormai entità fluide soggette a stravolgimenti rapidissimi, faccio fatica onestamente a individuare adesso il contenitore giusto che mi rappresenti. Il Pd irpino ha un problema atavico che secondo me è irrisolvibile. Sono venuti meno i leader carismatici, e dunque molti fpunti fermi sui quali era stata costruita la proposta politica che questa provincia ha saputo raccogliere e premiare per molto tempo”.

Lei sostiene che la sua non è una nomina politica, eppure le opposizioni restano dell'idea che la scelta di Festa sia inopportuna e funzionale alle prossime scadenze elettorali.

“Ribadisco. In questo momento il mio non è ruolo politico, ma di servizio. Le opposizioni fanno il loro mestiere. Sono anche legittimate a fare domande ed esprimere le loro perplessità, così come il sindaco è pienamente legittimato a scegliere chi deve guidare le società dell'ente. Sta a me ora dimostrare che la scelta sia stata utile”.