Per chi se lo fosse perso, l'ultimo giro di valzer in consiglio comunale ad Avellino è stato molto illuminante: correva il 26 aprile del 2018.
Riavvolgere il nastro e vedere chi faceva cosa, insegna molto di quanto sia squallido (politicamente, ovviamente) quello che è accaduto in questi giorni, per la composizione delle alleanze e quindi la presentazione delle liste in vista delle amministrative del 26 maggio prossimo.
La resa dei 5Stelle.
Tutto l'ardore rivoluzionario era nei banchi vuoti della giunta. Mentre la capacità di lotta di fronte ad una Caporetto politica (la sfiducia, appunto) era ben rappresentata da quei due o tre assessori presenti che si disinteressavano del dibattito preferendo social o chat con lo smartphone. Sui tentativi telecomandati di Ciampi di scongiurare l'imminente fine meglio stendere un pietoso velo.
Ma, a dirla tutta, il vero problema di Avellino non è mai rappresentato dai 5Stelle: al massimo hanno avuto il tempo di mostrare l'incapacità di trovare soluzioni e l'appetito riguardo alcuni temi.
Ma questo viene dopo ed è un altro fatto.
L'inconsistenza del Pd
Quello che spiega l'ultima seduta del consiglio comunale di Avellino è la sfacciata incoerenza del Partito democratico. Che significa una cosa sola: non ha vera leadership. C'era chi, in quel consesso, che giocava su due, tre tavoli contemporaneamente. Nonostante tutto, quei giullari a basso costo, saltimbanchi che si agitavano per evitare l'inevitabile, oggi sono finiti dritti nella lista di partito. Una testimonianza di forza e di coraggio, per quelli di via Tagliamento, che fa sbellicare dalle risate. Contenti loro. E di “pelo” sullo stomaco dimostra di averne anche Luca Cipriano. Quelli che oggi lo hanno impalmato, sono gli stessi ad averlo “cacciato” dal Gesualdo. Ritrovarsi fianco a fianco con Ida Grella, la grande accusatrice. Nel filmato che pubblichiamo, un documento a futura memoria, c'è l'agitazione di Ettore Iacovacci: magari in campagna elettorale chi o cosa difendeva durante quell'ultima seduta di consiglio lo spiegherà.
Ma la vera domanda è: perché il segretario Di Guglielmo ha chinato il capo di fronte a queste cose, per poi trovare la forza di puntare l'indice contro Umberto Del Basso De Caro che chiedeva le primarie per Gianluca Festa?
Se uno imbarca di tutto e il contrario di tutto, non può invocare nessuna verginità.
Il che porta ad uno scenario. Uno dei tanti.
Con un centrodestra a pezzi, proprio il Movimento 5Stelle si accredita come uno dei due possibili contendenti al ballottaggio. E a vedersela con Ferdinando Picariello potrebbe non essere, per la seconda volta, Luca Cipriano. Perché, ironia del destino, come spiegava Nicola Mancino a Ciriaco De Mita, quando quest'ultimo suggeriva di traghettare il Partito Popolare nella Margherita, in politica “due più due quasi mai fa quattro”.