Cassano al voto si punta sulle civiche. Il sindaco Salvatore Vecchia lavora per conquistare il terzo mandato. Progetti da completare, spopolamento da combattere. Ecco le sfide per il futuro.
“Non faremo una lista di partito, ma una civica. Siamo una squadra eterogea, di diversi orientamenti ma che punta coesa al bene del paese - spiega Vecchia -. La mia recente scelta è avvenuta in piena autonomia. Sarà una lista civica variegata. Il nome? Lo stesso delle scorse amministrative “Cassano Vecchia Passione”».
Piccolo paese, grandi potenzialità.
Il borgo delle acque negli ultimi anni punta ad intercettare sempre più turisti, puntando su tradizione e unicità.
Al momento in paese non trapela alcun altro nome. Per ora c’è solo la candidatura del sindaco uscente, che sta lavorando alla lista, con vecchi nomi e nuovi ingressi.
«Abbiamo potato a termine progetti importanti, che hanno confermato l’eccezionale bellezza e straordinarie potenzialità del nostro paese - spiega -. Vogliamo realizzare un centro per anziani. Una risorsa da non sciupare, una occasione da non perdere per fornire servizi necessari al territorio comunale e non solo, ma anche per creare lavoro in una provincia che combatte da tempo, lo spopolamento e l’inarrestabile fuga dei giovani in cerca di un lavoro. Sarà un centro di eccellenza in cui accogliere la terza età.
Siamo il borgo del buon vivere in cui tutti potranno e dovranno vivere bene, anche e soprattutto gli anziani. Il futuro dei giovani può essere nella cura degli anziani. I nostri piccoli borghi hanno una incredibile risorsa: la qualità della vita, dell’ambiente. Risorse su cui puntare, da non sciupare. Senza dimenticare il potenziamento dell’agricoltura».
Sullo sfondo la sfida del progetto pilota.
«SI deve fare sintesi di intenti e programmi. Bisogna abbandonare ogni inutile e dannoso campanilismo. Bisogna puntare sul nostro futuro abbandonando ogni condizionamento politico. Se non si riesce a fare sistema vero, stiamo perdendo in partenza. Si tratta di una grande scommessa su cui non deve pesare l’inferenza della politica».