Primarie Pd, vincono i dinosauri del partito

Festa e Petitto perdono terreno nei quartieri popolari

Avellino.  

Alle primarie Il Pd irpino si è stretto attorno alla propria nomenclatura di riferimento. In chiave amministrativa, muove i primi passi per tenere a bada i gruppi autoreferenziali. Tradotta in termini comprensibili: il governatore Vincenzo De Luca è l'unico faro. Per un possibile futuro politico ma anche per il mantenimento in vita di una classe dirigente che, altrimenti, per i risultati portati a casa in ambito locale negli ultimi anni, dovrebbe essere spazzata via senza esitazioni.

Ma tant'è.

Superando quanto accaduto di recente alle convenzioni, Rosetta D'Amelio e il De Luca irpino hanno ripreso terreno in città (erano già maggioritari in provincia) nel confronto con Gianluca Festa e Livio Petitto, questi ultimi schierati a favore della segreteria regionale di Umberto Del Basso De Caro.

Ora, questi risultati, possono essere letti in due modi. O con il metodo Mastella (leggi qui) che più o meno si riassume: ”Bella prova di partecipazione ma le elezioni sono tutta un'altra cosa”; o con le leggi del partito: sul futuro sindaco decide la segreteria regionale in una visione di centrosinistra, che poi sostenga De Luca nello scontro per le Regionali.

Per Gianluca Festa e Livio Petitto i numeri che sono venuti meno proprio nei quartieri popolari di riferimento sono un segnale. Un campanello d'allarme. Ma anche una indicazione netta, chiara: senza una visione per la città, un orizzonte politico che aggreghi, non si va lontano. 

Avellino non ha più bisogno di trucchi usa-e-getta: attraggono perché incantano ma tengono poco nel tempo.

Soprattutto, quando non hai alle spalle una macchina comunale che asfalta le strade davanti le case degli amici o promette posti e colloqui di lavoro.