“Il Partito Democratico è l’unico che può dare speranza all’Irpinia e ribaltare le manovre distruttive messe in campo dal governo Caldoro negli ultimi cinque anni. Petrolio, sanità e acqua devono essere al centro dell’agenda di governo”. Così Giancarlo Cetta, coordinatore del circolo del Pd di Sant’Angelo dei Lombardi alla vigilia della tappa cittadina della carovana itinerante di Rosetta D’Amelio, candidata in quota Dem al consiglio regionale.
“Quella delle regionali è una tornata elettorale importante per l’Irpinia, che oggi come non mai ha bisogno di essere reintegrata nei confini della Regione Campania, recuperando un ruolo geografico che il governo precedente ha estromesso di fatto”. I tre temi indicati da Cetta su cui ricostruire l’agenda politica sono rappresentativi di quelli che sono stati definiti i “torti maggiori” subìti dalla provincia di Avellino.
L’Alta Irpinia in particolare ha subìto la chiusura di un ospedale, il Di Guglielmo di Bisaccia e il (tentato) ridimensionamento del Criscuoli di Sant’Angelo, pagando quasi per intero il prezzo del disavanzo regionale del comparto sanitario. L’avanzata delle multinazionali del greggio non ha avuto freni di carattere politico dalla parte della giunta, che glissando sul pronunciamento ha di fatto passato la parola al Governo centrale. Non solo. Sempre l’Alta Irpinia rappresenta la cassaforte idrica del Mezzogiorno, ma a detta del segretario Dem, la risorsa è stata ceduta ad interessi altrui, danneggiando le popolazioni e i territori.
“Nell’aria c’è una certa disaffezione alla politica: finora i nostri rappresentanti non hanno dato il buon esempio e le persone si sono allontanate. Anche i pentastellati hanno subìto un brusco calo e hanno perso un’occasione importante per dare una svolta. Si sono chiusi in una sterile opposizione ma è arrivato il momento che la politica vera recuperi il suo ruolo e abbandoni i personalismi”.
Le mancanze del precedente governo regionale, nelle parole di Cetta sarebbero davvero tante, ma quello che in questo momento è doveroso chiedere ai tanti candidati della provincia è una reale e concreta inversione di marcia rispetto allo spopolamento e l’attivazione di una politica di sviluppo per arginare l’emorragia di cervelli in atto.
“Fra 30 anni qui abiteranno solo persone anziane: appena quarant’anni fa i giovani partivano con le valige di cartone ma le famiglie del posto andavano avanti con le rimesse che inviavano. Oggi partono i laureati, ed è inconcepibile che prepariamo i nostri giovani e diamo loro un’istruzione per farli partire. In questo caso però non ci saranno le rimesse, e qui non torna più nessuno. Sono tanti i settori in cui investire, a partire dalle produzioni tipiche e di eccellenza: la politica deve interpretare i cambiamenti del nostro tempo e fornire una soluzione” conclude.
Elisa Forte