Se la sinistra rinasce copiando l'estrema destra

De Luca parla di sicurezza e di aiutare gli immigrati a casa loro. Fassina sposa il sovranismo.

In Germania si va anche oltre, e i programmi dei neo comunisti sono in parte sovrapponibili a quelli della destra neonazista. E anche in Francia, Mèlenchon ha tanti punti in comune con Marine Le Pen.

 

 

di Luciano Trapanese

C'è una sinistra che guarda a destra. All'estrema destra. E che declina gli stessi temi in modo quasi analogo. A volte con pudore. Altre volte meno. In Italia come altrove, soprattutto in Germania e Francia. Ma non solo.

L'ultimo esempio arriva dalla Campania. Con il governatore Vincenzo De Luca, in un discorso ormai virale su web. Quello tenuto ieri alla Festa dell'Unità di Scafati.

De Luca ha parlato – e giustamente – di un necessario «bagno di realtà» per la sinistra. Ha aggiunto, e sempre a ragione, «che una forza di governo deve affrontare e risolvere i problemi oggi, non domani», che «non può ignorare il dramma dei giovani del Sud, perché da dieci anni i nostri ragazzi sono alla disperata ricerca di un futuro e non ricevendo risposte è normale che votino il primo che passa, il primo che promette anche cose impossibili». Poi è approdato sulla questione sicurezza. E sulla conseguente – per De Luca - “emergenza migranti”. Lì ha indubbiamente mostrato la retorica cara all'estrema destra, non solo italiana: aiutiamoli a casa loro, centri di accoglienza in Africa. Fornendo un esempio forse sbagliato, quello dei «senegalesi che a Salerno pretendono di vendere le loro cose a Lungomare». E un altro indiscutibilmente corretto: la piaga della prostituzione sulla Litoranea. Non ci interessa qui entrare nel merito. Ma solo rimarcare questo aspetto, questo richiamo alla sicurezza, come valore che la sinistra ha dimenticato, ma che è centrale per «la nostra gente». «Proprio come il lavoro».

C'è, sempre in Italia, chi si è spinto oltre. Molto oltre a dire il vero. Stefano Fassina nei giorni scorsi ha presentato la sua associazione: “Patria e Costituzione”, con espliciti richiami al sovranismo nazionale. Tutto in chiave anti globalizzazione e anti Europa. Confondendo due termini che non possono essere sinonimi. Patria, che è un riconoscersi per la condivisione di valori e aspirazioni. E nazione, che unendo un popolo attraverso la sua storia, la sua lingua, e il suo territorio porta al nazionalismo («prima gli italiani»). Quel nazionalismo socialista (patriottico e sovranista), che tanto piace all'ex Pd Fassina e che non può non richiamare – con le dovute differenze - precedenti storicamente tragici (nazional socialismo).

In Germania si va ancora oltre (se possibile). Una costola del partito post comunista Die Linke ha fondato un movimento, Aufstehen (In piedi!), che ricalca le proposte politiche, e in parte anche gli slogan di Afd il partito di estrema destra (in forte crescita di consensi). E quindi: contrasto totale all'immigrazione, difesa dei confini, atteggiamento di apertura nei confronti della Russia. L'altra faccia della stessa medaglia.

In Francia, Jean Luc Mélenchon di ”La France Insoumise” (La Francia indomita), è il campione dell'estrema sinistra, usa toni leggermente più sfumati, ma la sostanza su alcuni punti è la stessa del Front National di Marine Le Pen. Soprattutto in chiave anti Ue, per la difesa dei confini e il contrasto all'immigrazione. Uniti poi anche – e questo vale per tutta la nuova sinistra sovranista – da una repulsione per le politiche liberiste e le cosiddette èlite finanziarie (altri punti in comune con l'ultra destra).

Una estrema sinistra che si specchia dunque nell'estrema destra. Con una retorica molto simile. E gli stessi argomenti. Una risposta - ci sembra – a quella che viene ritenuta dagli elettori una evanescenza della sinistra. L'incapacità – come dice De Luca – di dare risposte, di calarsi nel reale («Ai Parioli se ne fregano dell'immigrazione, non sanno neppure cos'è»), di affrontare ora e subito i problemi. E' anche un messaggio in parte contraddittorio (soprattutto la netta chiusura europeista), e che – riteniamo - viene inevitabilmente ritenuto più credibile se proposto da Salvini (lo ha sempre detto) e gli altri sovranisti del continente. Di certo l'assimilazione di questi temi da parte di una certa sinistra, impone una necessaria e irrinunciabile riflessione all'intera sinistra. Offre lo spunto, anche e soprattutto, per scendere dal pero di una presunta superiorità intellettuale e sporcarsi le mani con un mondo spinto ad accantonare valori che sembravano irrinunciabili. Nel nome della sicurezza, della nazione, della difesa dei confini e della sovranità.