di Andrea Fantucchio
Tensione in consiglio comunale ad Avellino. Faccia a faccia animato fra il consigliere di centrosinistra, Lino Pericolo, e il capogruppo grillino, Lorenzo Ridente. La giunta Ciampi doveva relazionare sulle linee programmatiche e fornire la propria versione sui "manifesti gogna" contro gli otto consiglieri che avevano bocciato la variazione del bilancio decisiva per l'organizzazione del Ferragosto.
Il sindaco è stato duro sul punto: «Abbiamo avuto critiche strumentali e pregiudiziali. Le vele sono state legittime informazioni che non hanno leso alcun diritto, premesso che non sono state volute da me, ma dai vertici del Movimento. Stendo un velo pietoso sulle accuse di fascismo. I veri scandali sono con le precedenti amministrazioni, ma non hanno avuto la stessa eco mediatica».
Il primo cittadino ha poi parlato di “dittatura della maggioranza” della precedente giunta, riferendosi alla componente Pd. E ha innescato la reazione del consigliere dem, Ivo Capone. Mille intemperanze anche fra chi era seduto nel pubblico. Proteste che hanno costretto il presidente Ugo Maggio a interrompere il dibattito consiliare. Sono seguiti altri interventi fra i quali quelli del consigliere Dino Preziosi: «Il governo del cambiamento non si realizzerà mai. La vostra è una protesta senza proposta».
Al quale ha fatto eco l'ex vicensindaco, Stefano Laverde: «Difenderemo fino all'ultimo le regole democratiche. Finora solo carnevalate».
Non ha risparmiato critiche neppure la consigliera, Nadia Arace: «Sindaco la democrazia è fatica. Per voi, invece, vale solo qualche like su facebook».
Ma il putiferio è scoppiato quando ha preso la parola il capogruppo M5S, Lorenzo Ridente: «Trovo inconcepibile che quest'aula debba perdere tempo dietro i fatti personali di otto consiglieri (proprio i manifesti della gogna 6x3)». A quel punto i rappresentanti del Pd e degli altri gruppi del centrosinistra sono scattati in piedi inveendo contro Ridente e costringendo Maggio alla sospensione del consiglio comunale. Tra i più agitati il consigliere, Lino Pericolo, protagonista di un faccia a faccia con Ridente, nel quale ha sottolineato come «o cinquestelle abbiano detto solo bugie in campagna elettorale (lo accusano di aver percepito 60mila come presidente di una partecipata pubblica, nonostante un presunto conflitto di interesse con il suo ruolo di assessore). I soldi, che mi accusano di aver sottratto, li ho regalati a voi per la vostra campagna elettorale». Dopo una temporanea sospensione Ridente si è scusato, chiarendo la propria posizione: «Volevo dire che non mi sembra appropriato che in quest'aula si parli di argomenti che non interessano direttamente i protagonisti che la animano (i manifesti 6X3 sono stati voluti, secondo una nota ufficiale, da alcuni deputati grillini irpini e non dal sindaco Ciampi).