Avellino, Bilotta boccia il bilancio: altre verità sui numeri

«L'avanzo di 13 milioni di euro è solo figurativo oltre che tutto vincolato e non certificabile»

Questa mattina la riunione della III Commissione. Il capogruppo Udc, presidente dell'organismo, ha espresso la sua netta contrarietà al documento: ora aumenteranno anche i costi dei servizi. Astenuto il consigliere di opposizione Montanile.

Avellino.  

Il presidente della Commissione Bilancio, Alberto Bilotta, boccia il consuntivo 2014. «Troppi ritardi nelle azioni di recupero di sprechi e spese inutili, incasso dei crediti e valorizzazione degli immobili. Peggiora il deficit strutturale e in preventivo c’è già l’aumento, obbligatorio per legge vista la situazione, dei costi per i servizi a domanda individuale. Insomma, si prevedono tempi ancora più duri per i cittadini di Avellino».

Così il consigliere Bilotta sintetizza la sua opinione sul documento economico-finanziario che si appresta a giungere in aula. Questa mattina al Comune il confronto con i membri dell’organismo consiliare. Il consuntivo ha fatto registrare il voto negativo del presidente, appunto, l’astensione di Carmine Montanile e il voto favorevole di Ida Grella, Arturo Iannaccone e Lorenzo Tornatore.

Dunque, nonostante i rilievi sottolineati da Bilotta, il rendiconto è passato. «Ho espresso la mia contrarietà - continua - perché questo bilancio mette in evidenza come nel 2014 si è amministrato molto male a Palazzo di Città. Certo, la situazione dell’ente, estremamente difficile, scaturisce anche da gestioni precedenti. Intendiamoci, ho sempre dato un parere favorevole, anche prima del sindaco, al percorso intrapreso per non dichiarare il dissesto o il pre-dissesto. La ritenevo e la ritengo ancora un’azione coraggiosa. Ma a questa bisognava farne seguire altre, altrettanto coraggiose. Non si può sopperire a tutto aumentando solo le tasse. Un atteggiamento più virtuoso avrebbe voluto che si realizzasse un piano di rientro organico, attraverso la valorizzazione dei beni comunali, l’azzeramento degli sprechi e l’abbattimento di spese inutili. Ma niente di tutto questo è stato posto in essere…».

Ma non è tutto. Bilotta punta il dito anche su un altro indice negativo: «Dal bilancio, inoltre, emerge una scarsissima capacità di riscossione. Un esempio lampante è il mancato incasso delle locazioni degli immobili dell’ente nei confronti dei morosi. Parliamo di crediti certi ed esigibili per un valore complessivo di circa 5 milione di euro. Ebbene, di questi ne sono stati riscossi solo 27mila euro. Un elemento estremamente negativo sottolineato anche dalla relazione dei Revisori dei Conti».

 

Il Comune, intanto, si è confermato quale ente “strutturalmente deficitario”, sforando i valori di 5 parametri sui dieci indicati dalla normativa in materia. Cosa che viene fuori anche dalla relazione della giunta. «Ciò implica - spiega il presidente della III Commissione - che, come previsto dalla legge, si dovranno aumentare i costi a copertura dei servizi a domanda individuale, come asili nido e mensa. Approvato il consuntivo, infatti, nel preventivo 2015 queste tariffe lieviteranno. Il problema è che questo accadrà proprio perché l’amministrazione non ha messo in campo azioni più incisive. E il sacrificio non potrà essere in alcun modo sopportabile dai contribuenti. Ma, al contrario, provocherà solo più malessere e rabbia».

Poi Bilotta passa ai numeri: «Se diciamo cose non vere prendiamo in giro solo noi stessi e i cittadini. L’avanzo di 13milioni sventolato da qualcuno è completamente vincolato, dunque, è figurativo e non è neanche certificabile. Questo perché quasi la metà dell’importo risulta dalla differenza tra residui attivi e passivi che non sono certi. Il loro “riaccertamento straordinario” avrebbe dovuto essere allegato al bilancio ma il monitoraggio non è finito. Ciò creerà parecchi problemi al Comune di Avellino. E quando si avrà a disposizione la reale situazione delle casse dell’ente sarà indispensabile un ripensamento generale di tutta la gestione che presuppone anche di rivedere la partecipazione a società e consorzi. Oltre ad una valutazione su ciò che deve essere esternalizzato e ciò che va fatto in house».

Una nota politica a margine. Il passaggio ufficiale di “Irpinia di Base” verso il Pd, con l’ingresso del movimento nel partito, sancito nella conferenza stampa della scorsa settimana, ha già prodotto una prima conseguenza importante: l’astensione di Montanile dal voto sul bilancio. Documento che per prassi politica i consiglieri di opposizione votano sempre in modo contrario. Dunque, quel naturale approdo politico che, però, come spiegato al Circolo della Stampa, avrebbe dovuto tenere separati e paralleli l’ambito dell’impegno politico con quello dell’amministratore locale sembra già essersi trasformato in un percorso unico. Indistinto.

Mentre per il capogruppo dell’Udc, l’accordo su base regionale sancito tra Ciriaco De Mita e Vincenzo Caldoro, continua a tenere fuori il consiglio comunale di Avellino, nel quale si procede sulla stessa linea di prima: quella dell’opposizione.

Alessandro Calabrese