Candidature discutibili per una regione allo sfascio

Regionali, difficile aspettarsi qualcosa. Attori stanchi su un palcoscenico a pezzi.

Avellino.  

Difficile aspettarsi qualcosa da queste elezioni Regionali. Del resto perchè dovremmo aspettarci qualcosa. Lo spettacolo è sempre lo stesso, anzi peggiora a ogni replica. Attori stanchi su un palcoscenico a pezzi. E pubblico sempre più distratto in una sala sempre più vuota. L'eclissi della politica. Dei partiti. Che combacia con i timori per un futuro che la politica stessa non è in grado di decifrare e che anzi ha molto contribuito a rendere imperscrutabile e spaventoso.

Caldoro e De Luca si daranno battaglia fino al 31 maggio. Con la loro pletora di candidati a volte impresentabili. Non è mancato il consueto tourbillon di colpi di scena, alleanze cambiate all'ultimo istante, vecchi arnesi sempre in prima linea, e giovani arnesi molto più vecchi dei vecchi arnersi. Sullo sfondo, ma solo sullo sfondo, una regione in ginocchio. Distrutta da un passato di sprechi e da un presente di tagli. Ancora alle prese con un'emergenza rifiuti nascosta sotto il tappeto. Con la camorra di seconda generazione, che sventola soldi in contanti da investire in business “legali”. La disoccupazione dilagante, non solo giovanile. La sanità ai minimi termini.

E' la geografia di uno sfascio che si specchia perfettamente con i temi paradossali di questa campagna elettorale.

Si è discusso a oggi di primarie, candidature al limite del discutibile, alleanze che si sfaldano nel nome dell'interesse più becero.

La solita storia. Di quello che serve a questa regione ben poco, se non le solite e irrealistiche cantilene coniugate nel nome di uno sviluppo che si attende da decenni.

Ma usciamo da quest'impasse. Anche le nostre parole rischiano di far parte della stessa cornice. Non c'è una dualistica contrapposizione bene – male, dove il male è genericamente la politica. Il baratro demagogico è dietro ogni frase. Alla politica chiediamo di rioccuparsi di questa regione. Se per farlo bisogna passare le forche caudine del compromesso, non ci interessa. Ma lo spettacolo di questi mesi va oltre ogni dire. L'unica battaglia è per un posto al sole. Il resto viene dopo. Forse.

Vorremmo che i candidati si concentrassero sul dopo. Cosa fare per ridare la luce alla Campania. Mica facile. Ci vuole tempo, costanza, visioni e ambizione. Per ora di tutto questo si vede ben poco. Per ora conta solo occupare Palazzo Santa Lucia.

Luciano Trapanese