di Pierlugi Melillo
Il congresso provinciale del Pd si farà. Anche se slitta di una settimana. Il verdetto che arriva da Roma è chiaro ma beffardo per i rappresentanti dell'area De Caro che avevano chiesto una verifica del tesseramento. Si cancellano 600 iscritti, un provvedimento che rischia di pesare sull'esito della resa dei conti tra i dem irpini.
L'intervento di Martina.
In tarda mattinata la comunicazione ufficiale firmata dal segretario reggente Maurizio Martina e dal responsabile nazionale dell'organizzazione, Andrea Rossi. “Preso atto della delibera n.2/2018 della commissione regionale di garanzia della Campania, d'intesa con il commissario provinciale, abbiamo ritenuto opportuno rinviare la celebrazione del congresso provinciale di Avellino alle date del 22 e 23 aprile e di convocare presso la sede nazionale del Pd, i rappresentanti dei candidati a segretario provinciale per il giorno mercoledì 18 aprile alle ore 11”.
I duellanti a Roma. Perché convocare al Nazareno i due candidati alla segreteria? Da una parte Michelangelo Ciarcia, che rappresenta l'area di De Luca e De Caro, dall'altra Giuseppe Di Guglielmo, che invece è in campo per D'Amelio, Paris e Festa. Martina potrebbe verificare i motivi alla base dello scontro interno al partito che nemmeno il commissario David Ermini è riuscito a superare. Il congresso è a rischio? Improbabile. Il segretario reggente non può sconfessare il commissario che lui stesso ha nominato.
Le tessere cancellate. Ma ora c'è un'altra ferita aperta. Deluchiani e decariani che avevano denunciato gravi irregolarità nel tesseramento chiedendo verifiche urgenti si ritrovano beffati. La commissione nazionale di garanzia del Pd ha deliberato senza possibilità di appello, la cancellazione delle 400 tessere sottoscritte a Solofra e delle 187 tessere provenienti da Cervinara. Un brutto colpo per Michelangelo Ciarcia perché la partita del congresso rischia a questo punto di essere condizionata. Per la verità i decariani, che sollecitavano l'annullamento del congresso, avevano anche minacciato il ricorso alla magistratura in particolare per le irregolarità evidenti nel tesseramento online. Ma Roma ha deciso in maniera sorprendente. Alla conta si andrà, con qualche giorno di ritardo. Almeno, così pare.