De Mita e la discontinuità, alla ricerca del candidato giusto

Si vota il 10 giugno ma i partiti non hanno le idee chiare. Solo un obiettivo sicuro: rinnovamento

Avellino.  

di Pierluigi Melillo

Dunque, è ufficiale: il 10 giugno si vota per le amministrative. Mancano 71 giorni esatti per scegliere il sindaco. Per i partiti è l'ora di darsi una mossa. Ma si entrerà nel vivo delle scelte solo dopo Pasqua. Il quadro al momento è di grande confusione in tutti gli schieramenti.

Le scelte dei partiti. C'è attesa e curiosità rispetto alla strategia che adotterà il Movimento Cinque Stelle dopo la travolgente vittoria delle politiche. Nel Pd gli autoconvocati di Morra De Sanctis chiamati a raccolta da Gerardo Capozza hanno lanciato un chiaro messaggio al partito: “Vanno cambiati tutti i dirigenti, inutile oggi il congresso: sarebbe deleterio”.

La discontinuità di De Mita. Anche i demitiani scelgono la strada della discontinuità: “Per Avellino un sindaco al di là dei partiti” per un nuovo progetto di centro sinistra. La linea l'ha dettata davanti ai microfoni delle tv il consigliere regionale Maurizio Petracca, visto che il presidente Ciriaco De Mita ha preferito rivolgere gli auguri ai fedelissimi che avevano raggiunto la sede del partito forse con la speranza di ascoltare dalla sua voce su quale nome intende scommettere per il dopo Foti. Niente da fare.

Candidato sindaco super partes. “Rinnovamento e discontinuità attraverso un nuovo Movimento popolare”, ha sentenziato Maurizio Petracca, facendo riferimento a una figura super partes per il ruolo di candidato sindaco. “C’è bisogno di rinnovamento e trasformazione totale - ha aggiunto Petracca - senza illudere nessuno. Bisogna creare una discontinuità netta con il passato”. Eh già, ma come? L'ex premier ha solo ricordato che ad “Avellino si ha un'idea sbagliata che noi siamo quelli che governano da sempre. Voglio far notare che siamo all'opposizione da dieci anni”.

Il Pd e il rebus congresso. Anche nel Pd comincia a farsi largo la linea della discontinuità. Ma via Tagliamento farà a meno dei contestatissimi portatori di voti (ai quali non rinunciò nemmeno Foti, nonostante all'epoca le barricate della sinistra del partito)? Staremo a vedere. Intanto, i democratici devono disinnescare anche la bomba del congresso che rischia di dilaniare una pattuglia già ridotta a brandelli.