Calitri. Ipotesi corsa a tre fra De Rosa, Rubinetti e Di Maio

Sfuma il progetto di ricompattare un "grande Centro" per ridimensionare il Pd. Frasca rinuncia

Calitri.  

Ultime ore di fibrillazione prima dell’ufficializzazione delle liste. I giri di valzer dei protagonisti che si impongono sulla scena stanno per concludersi, così come stanno per definirsi trattative ed equilibri politici. A poche ore dalla presentazione delle liste i nomi dei candidati sembrano essersi ridotti. Colpa delle concertazioni partitiche, di accordi di sintesi, o ancora del mancato “passo indietro” richiesto da supporter esterni.

Le ultime pool intention sottolineano una rinuncia di Donato Frasca a concorrere con una lista di volti nuovi del paese: l’avvocato di origini calitrane residente a Roma ha subìto il pollice verso da parte dei vertici dello Scudocrociato, a partire dallo stesso Ciriaco De Mita in occasione di un incontro promosso in paese. L’impegno manifestato da Frasca, però, ha la possibilità di diventare supporto esterno ad altra compagine, senza per questo escludere che sia stato invece incluso e reso partecipe di altro progetto elettorale.

Stando ai rumors di paese, e considerando la volontà manifestata di rinnovare la classe dirigente per promuovere un cambio di rotta, Frasca si sarebbe avvicinato alla compagine di matrice ambientalista di Michele Di Maio, rispondendo in questo modo all’appello lanciato dal presidente di Legambiente di rimboccarsi le maniche e invertire la tendenza. Stando sempre ai bene informati, “Calitri Pulita” avrebbe anche il supporto di Canio Galgano, ex consigliere provinciale dell’Udc, medico di base e personaggio di spicco sulla scena politica.

Resiste la candidatura del sindaco uscente Tonino Rubinetti, che nello stesso giorno dello scioglimento del consiglio comunale decretato dalla sua stessa giunta Dem ha costruito una sua personale rivincita per dimostrare al Partito Democratico il suo spessore politico e amministrativo. Da esponente dello Scudocrociato, Rubinetti non è riuscito nel tentativo di consolidare il ribaltone interno che aveva immaginato di fare con il capogruppo dell’opposizione Giuseppe Di Milia. Con le dimissioni dei quattro esponenti del Pd, Rubinetti avrebbe potuto resettare il consiglio con l’ingresso in maggioranza dell’Udc, blindando il mandato e presentando uno “scacco matto” ai democratici. Ma il tentativo non ha avuto l’esito sperato, e Rubinetti ha rimesso tutte le carte sul tavolo, prima con l’Udc, poi con l’elettorato.

Poi c’è il Pd. La candidatura di Canio De Rosa, coordinatore del circolo Dem è stata sostenuta da un accordo politico con Sinistra Ecologia e Libertà, che ha sacrificato la quota dei rappresentati comunali uscenti per annunciare un restyling delle rappresentanze. Di Guglielmo, Pacia, Metallo e Maffucci sono stati estromessi dalle candidature…del Pd, ma non è detto che non siano stati intercettati altrove. Altro aspetto non secondario, è il legame fra Legambiente e Sel consolidato durante il mandato Rubinetti: la battaglia sull’ex Palcitric ne è un simbolo evidente. Gli addetti ai lavori, intanto, sono pronti a rassicurare: non ci saranno voti di distrazione, ma scelte chiare e definite che premieranno o meno la fiducia nelle persone e nei programmi.

Elisa Forte