"Non vogliono candidarmi perché mi chiamo De Mita"

L'ex nipote ribelle Giuseppe denuncia: “Il mio cognome è un peso? Non conoscono la mia storia"

Avellino.  

 

di Pierluigi Melillo

“Non vogliono candidarmi perché mi dicono: il tuo cognome è un peso. Assurdo”. Strana la vita per l'ex sindaco Giuseppe De Mita, il nipote del leader di Nusco passato alla storia perché ebbe l'ardire di ribellarsi a zio Ciriaco quand'era l'uomo più potente d'Italia perché ricopriva la carica di segretario nazionale della Dc e di presidente del Consiglio.

All'epoca sarebbe stato facile schierarmi dalla sua parte, ma io non condividevo le sue idee come, per la verità, accade anche oggi”, spiega l'ormai ex nipote ribelle, ospite del programma “L'intervista” in onda sul canale tv 696.

- Giuseppe De Mita, che cosa succede?

“Non ho mai detto che voglio candidarmi a sindaco ad Avellino. Certo, è un'ipotesi come tante,. Ma c'è chi mi dice: il cognome è un problema. Ma come? In 30 anni ci ho solo rimesso le penne perché mi chiamo De Mita. E non voglio raccontare quello che ho dovuto subire per evitare altre amarezze a me e ad altri. Neanche lo immaginate”.

- Si spieghi meglio...

“Forse non ricordate che ho fatto scelte distinte rispetto a mio zio Ciriaco quando potevo avere tutto. Prima o poi scriverò un libro ricco di episodi inediti. Ma quando si fa riferimento al mio cognome si tocca un nervo scoperto”.

- Perchè?

“Ho grande rispetto per l'intelligenza del presidente De Mita, ma ho sempre testimoniato una politica diversa, litigando su cose che ritenevo giuste. Può darsi che abbia fatto degli errori, ma sia chiaro non ho mai intascato un euro per la politica”.

- Intanto, zio Ciriaco raduna i popolari per rifare la Dc. Missione possibile?

“Sono innamorato da sempre del popolarismo e anni fa mi sono confrontato a lungo con lui quando ci siamo ritrovati. Mi sembra però che ora si tratti più di una chiamata alle armi di pezzi del passato solo con l'obiettivo di superare lo sbarramento. Ma non funzionerà politicamente. Sarebbe bello, però, poter discutere di nuovo con il presidente De Mita in pubblico del popolarismo e delle prospettive future. Lo faremo comunque con padre Sorge a settembre ad Avellino”.

- Il dibattito politico langue in questa fase. Per colpa di chi?

“Non si fa politica. Noi proviamo a smuovere le acque. Faremo un primo incontro ad Avellino ribaltando la logica tradizionale. C'è sete di politica, le prossime amministrative sono un banco di prova”.

- Di che sindaco ha bisogno la città di Avellino?

“Intanto, il candidato sindaco deve venire fuori dalle idee, da un'onda che cresce. E spero di poter costruire questo processo politico ma nell'assoluta novità, basta con il passato e con le persone che hanno gestito”.

- La città vive una fase di difficoltà. Perché?

“Avellino mi sembra decadente. Eppure abbiamo avuto una classe politica che ha comandato l'Italia negli anni. C'è quasi una sorta di maledizione. Ma non guardiamo al passato, facciamo ripartire la politica dalla città”.

- Giuseppe De Mita si candida o no?

“Lavorerò su una lista civica per far venire fuori il meglio dalle persone che vogliono impegnarsi. Il prossimo sindaco avrà problemi enormi, troppe difficoltà si sono accavallate. I tagli dello Stato sono forti. Ci vuole fegato e onestà. Io sindaco? Mai dire mai”.

- L'Udc ha già detto di no a Giuseppe De Mita candidato sindaco ad Avellino.

“Ma chi gli ha chiesto niente? E' come se una donna che non ha mai corteggiato ti dice che non ti vuole. Ma chi ti pensa? Purtroppo, questa è gente che ha fatto parte della casta e che vive fuori dal mondo. Ma gli elettori li manderanno tutti a casa”.

- Il futuro di Avellino come te lo immagini?

“Va detto che ad Avellino finalmente c'è una magistratura più attenta e una chiesa che con il nuovo vescovo si muoverà più sul sociale. Il prossimo sindaco dovrebbe confrontarsi con tutti, aprirsi alla città con una verifica in pubblico con la gente ogni sei mesi su quello che è stato fatto. I ragazzi scappano da Avellino, non c'è lavoro, non c'è nulla. Eppure con i fondi europei si potrebbero realizzare tanti progetti. Lo spero davvero”.