Area Vasta, ok in consiglio. «Avellino sarà capofila»

100 milioni per 38 comuni, si lavora per non perdere il treno dei finanziamenti

La programmazione di sei anni fino al 2020 punta a superare il degrado urbano e marginalità sociale per garantire sviluppo sociale, infrastrutturale, economico ed ambientale della comunità.

Avellino.  

 

di Siep

 

Via libera dal Comune. Piazza del Popolo approva la convenzione per ottenere l’accesso ai fondi del progetto di Area Vasta. Cento milioni di euro per 38 comuni. Ma non solo. La città di Avellino si candida a diventare anche ente capofila della filiera di comuni impegnati nella realizzazione del progetto. La gestazione del via libera non è stato percorso in discesa.  Diciotto voti arrivati per un ok alla terza seduta.

L’assise non vuole perdere il treno dei finanziamenti europei e tiene saldo il patto di fine consiliatura. Sei i punti qualificanti della misura: «Area Vasta di Avellino, terra di fede, sapori ed emozioni Da Montevergine alle vie del Vino», «ImageWorks», «Rigenerazione Urbana della Valle del Sabato», e «Progetto Integrato per il Corridoio Ecologico», «Progetto integrato Welfare. Potenziamento dell'offerta dei servizi socio-sanitari», «Rigenerazione Urbana dei borghi dell'Area Vasta di Avellino». La programmazione di sei anni fino al 2020 punta a superare il degrado urbano e marginalità sociale per garantire sviluppo sociale, infrastrutturale, economico ed ambientale della comunità. 

In aula hanno risuonato le parole del sindaco Paolo Foti. «Questa Area Vasta darà nuovi stimoli alla comunità, soprattutto nel mondo del lavoro. Avellino è e sarà al centro». L’assessore Tommasone ha ricompattato le fila. Ma dai banchi dell'opposizione il no è solido. Per Nadia Arace, capogruppo di «Si Può», «il documento non ha alcun carattere strategico». Solo per citare alcuni dei detrattori del progetto. Per Alberto Bilotta non c’è idea di sviluppo multilivello a più piani e strategie. Domenico Palumbo, esponente di «La svolta inizia da te», provocatoriamente rimarca come il rischio maggiormente temuto è che possa trasformarsi «In un nuovo tunnel».