Artigianato a picco in Irpinia, addio a 544 attività

I dati Unioncamere sul settore in provincia: Campania in affanno

Avellino.  

Artigianato in caduta libera in Irpinia. Secondo l’ultimo rapporto Unioncamere, nel 2014, in provincia si è registrato un saldo negativo di -159 attività, frutto di 385 iscrizioni e 544 cessazioni per un tasso di -2.16 per cento. La peggiore performance è quella di Napoli (-3.50 per cento), ultima a livello nazionale. Finiscono dietro Avellino anche Caserta (-2.43 per cento) e Benevento (-2.47). Ci precede, restando alla Campania, solo Salerno (-1.55 per cento). Per le imprese artigiane il 2014 è stato un altro anno da consegnare alla crisi anche se, rispetto al 2013, si attenua la durezza della selezione che da ormai sei anni sta assottigliando il comparto. A fine anno il saldo tra iscrizioni e cessazioni è stato negativo per 20.393 unità, un dato comunque migliore rispetto al record negativo del 2013, quando furono quasi 28mila le imprese artigiane che chiusero i battenti. La frenata nelle uscite, tuttavia, non è stata sufficiente ad invertire il segno del saldo per via del nuovo record negativo stabilito dalle aperture di nuove imprese artigiane: nel 2014, infatti, sono state solo 88.498, il dato più contenuto degli ultimi otto anni. In termini relativi, la performance delle imprese artigiane si sintetizza in un tasso di crescita negativo dello stock dell’1,45%, sensibilmente inferiore rispetto all’1,94% del 2013 ma che si aggiunge ai tassi negativi dei cinque anni precedenti. In valore assoluto, il risultato di questa lunga “erosione” del tessuto produttivo artigiano si riflette in uno stock di imprese esistenti al 31 dicembre scorso pari a 1.382.773 unità. Unico punto di tenuta del comparto artigiano (come del resto per il totale delle imprese) è stata la dinamica delle società di capitale che hanno confermato la crescita del 2013 (+3,29%) con un saldo attivo per poco più di 2mila unità.