Avellno, Landini: referendum non contro governo ma per cambiare leggi sbagliate

Il segretario nazionale della Cgil: in venti anni troppi errori su lavoro e cittadinanza

avellno landini referendum non contro governo ma per cambiare leggi sbagliate
Avellino.  

 "Il referendum non è un semplice atto di protesta, ma un modo per far si' che i cittadini, giovani e non solo, possano dire la loro e cambiare le leggi sbagliate, rimettendo al centro il lavoro, i diritti e gli investimenti fondati sulla qualità e sullo sviluppo e non sullo sfruttamento delle persone". Cosi' il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ad Avellino per aprire anche in Irpinia la campagna referendaria su lavoro e cittadinanza. "Se si raggiunge il quorum", rimarca Landini, "il giorno dopo ci saranno già dei risultati precisi. Vorrà dire che 4 milioni di persone che non hanno più la tutela dell'articolo 18 torneranno ad averne. Vorrà dire che chi lavora in imprese al di sotto di 15 dipendenti, cioè altri 4 milioni di persone, avrà delle tutele contro i licenziamenti che oggi non avrebbe". "Se raggiungiamo il quorum", prosegue il leader della Cgil, "il giorno dopo l'impresa che appalta non può più scaricare le responsabilità, ma chi decide di appaltare o subappaltare un lavoro resta responsabile di quello che succede in questa catena. E poi 2,5 milioni di persone che da anni lavorano e pagano le tasse in Italia, avrebbero diritto alla cittadinanza". Per Landini, quindi, i referendum "non sono contro un partito o un governo, ma danno la possibilità di cambiare direttamente, senza delegare qualcuno, le cose sbagliate che tutti hanno fatto in questi 15-20".

Sull'automotive

E sulla crisi dell'automotive e su Stellantis dice "i sindacati di categoria stanno chiedendo da tempo che ci sia un intervento diretto della Presidenza del Consiglio, con la convocazione di un tavolo e di un confronto sulle scelte degli investimenti da fare, ma finora non si vede traccia ".  "Questo e' un elemento di grande preoccupazione", sottolinea Landini, "perche' siamo in una situazione in cui la potenzialita' produttiva di un milione e mezzo di auto non si sta utilizzando. Anche il 2024 si e' chiuso con una produzione al di sotto delle 400mila unita'. Questo determina cassa integrazione e seri problemi sul futuro, quindi e' il momento di chiedere all'azienda e al gruppo di fare quegli investimenti che finora non sono stati fatti". Landini ricorda che c'e' stato uno sciopero unitario di tutta la categoria, "come non succedeva da anni", perche' questo e' un "tema fondamentale di sviluppo del nostro Paese. E' sotto gli occhi di tutti che il settore dell'automotive rimane strategico per chiunque voglia continuare a essere un Paese industriale e, per queste ragioni, c'e' bisogno di una convocazione esplicita per poter avviare questo confronto e questa discussione".

Rischio aumento spesa armi

"Non abbiamo bisogno, come si sta discutendo in Europa, di investire per aumentare la spesa delle armi, ma abbiamo bisogno di investire per creare lavoro, investire sui processi di innovazione, sull’intelligenza artificiale, sui modelli di sviluppo, sullo stato sociale, per fare funzionare la scuola e la sanità, per investire sulle infrastrutture materiali e digitali".