Il territorio muore in attesa di proposte che non arrivano

Le scuole e lo spopolamento delle aree interne: solo adesso scoprono gli effetti sul sistema

il territorio muore in attesa di proposte che non arrivano
Avellino.  

I giornali hanno riportato una notizia: l’Irpinia ha 1.000 alunni in meno. Sembra una scoperta. Sono anni che richiamo sulla catastrofica riduzione degli irpini, che è la causa più importante della riduzione degli alunni.

Gli scienziati dorsiani non si sono mai interessati delle cause del fenomeno. Rossi-Doria, constatato, in base ai censimenti del 1951 e del 1961, che le zone collinari e montane avevano perso una grande percentuale di abitanti, si fece promotore della Legge 1102, del 3 dicembre 1971, che istituì le Comunità Montane, il cui scopo era lo sviluppo delle zone collinari e montane e la consequenziale fine del loro abbandon.

In Irpinia, le C.M erano 6. Io, da responsabile della Sezione Economia del PSI Regionale e da persona sensibile ai problemi della nostra terra, andavo in giro per illustrare gli scopi delle C.M. e per esporre ipotesi di Progetti di Sviluppo. Nei confronti, notavo che nessun Amministratore delle Comunità aveva letto la Legge. La classe politica considerava la materia roba per i cafoni. Ricordo, con nostalgia,

i Convegni di Montella, Bisaccia, Calitri, Lioni, Lauro e Cervinara. Quando diventai Presidente della Comunità Montana Partenio ( 1981), cercai di concretizzare gli scopi delle C.M.. Il Partenio, subito si mise in cammino e in 2 anni, diventò attraente e produttivo. Ricordo le iniziative sul Mafariello, nel territorio di San Martino V.C, Acqua delle nevi, nel comune di Pietrastornina e le manifestazioni nel Comune di Sant’angelo a Scala. Campo Maggiore e il Santuario diventarono luoghi di iniziative sportive, artistiche, culturali e religiose. Organizzai anche un incontro di Cubitosi con Tognoli, Sindaco di Milano, per creare un rapporto Montevergine-Comune di Milano.

Nel 1982, incaricai alcuni operai di contare le persone, che andavano a Montevergine. Furono 600.000. Nel 1985, a Montevergine si recaronno ben 3.500.000 unità. Nei Comuni del Partenio, napoletani trasferivano la residenza. Sono convito che questi riferimenti siano utili e che, se recepiti, nel giro di pochi anni, ci possa essere l’inversione della tendenza demografica. La riduzione degli alunni deriva anche da altre cause, come le difficoltà economiche delle famiglie, l’incertezza del futuro, la condizione della donna nel mondo del lavoro e nella società e lo stato dei servizi civili.

Fino alla metà del secolo scorso, la distanza tra casa e luogo di lavoro era minima e si poteva conciliare la cura della famiglia con il lavoro. Inoltre, da alcuni anni, i giovani vengono attratti dal Nord e dall’Estero, non solo per il lavoro, ma soprattutto per la qualità della vita. In Irpinia, tranne pochissime realtà, i comuni stanno diventando dei cimiteri, senza vita sociale.

Gli Irpini dovrebbero ribellarsi contro la classe politica, piena di vanitosi alla ricerca del palcoscenico e delle televisioni. Nell’ultima campagna elettorale, nessun candidato ha manifestato interesse per queste problematiche, mentre quasi tutti parlavano delle decisioni della magistratura sulla Giunta uscente. Spero che la Giunta Nargi faccia un salto di qualità e che l’opposizione guardi più ai problemi della società, che a quelli di Festa. La Provincia, le Comunità Montane e i Comuni, dovrebbero fare le opportune conquiste concettuali. Finora, sono più i problemi creati che quelli risolti.