“Il nodo dell'accesso al credito per le imprese irpine e più in generale del Mezzogiorno, ma anche per le famiglie, resta uno degli elementi critici che frenano ogni ripresa e impediscono la crescita economica”. Così Giuseppe Marinelli, presidente provinciale di Confesercenti Avellino.
“Le attività del territorio - prosegue il dirigente dell'associazione di categoria - si rendono sempre più conto quotidianamente che il quadro finanziario internazionale complica una situazione già strutturalmente difficile per il nostro contesto, penalizzato rispetto ad altre aree del Paese, in termini di costo del denaro e di procedure.
L'impennata registrata negli ultimi anni sul fronte dei tassi di interesse, stabiliti dalla banca centrale europea, ha infatti inciso negativamente sugli investimenti e sulla necessità di anticipazioni delle imprese, ma anche sulla programmazione delle spese importanti da parte dei consumatori.
La recente scelta di Bruxelles di lasciare invariati i tassi è stata accolta pertanto con grande scoramento dagli operatori economici e soprattutto dalle piccole imprese. Il mini-taglio deciso a giugno dalla Bce è stato solo un palliativo e la perdurante prudenza dell'istituto centrale rischia concretamente di restringere ogni prospettiva di rilancio delle attività, a causa dei costi creditizi.
Si tenga conto che soltanto nell'ultimo anno si è registrata una flessione di almeno il 10% dei prestiti alle piccole e medie imprese. Con l’inflazione sotto controllo, quindi, si auspicava una decisa inversione di marcia, un segnale chiaro per rimettere in moto non solo gli investimenti delle imprese, ma anche i consumi delle famiglie.
La valutazione di un andamento dell'inflazione ancora da tenere sotto osservazione, che è alla base della strategia della Bce, non può che preoccupare maggiormente gli esercenti.
Anche i tassi delle rate per il credito al consumo, intanto, che in Italia sono da anni più costosi della media europea di almeno due punti di percentuale, nonostante sia uno dei Paesi dell'eurozona che più ne fa ricorso, sono nuovamente in rialzo.
A fine 2023, in Campania l'aumento è stato dell'1,05% rispetto al trimestre precedente. Va poi segnalata la crescita continua del fenomeno della cessione del quinto dello stipendio, con implicazioni sul terreno sociale che non possono non destare preoccupazione, che nel giro di 13 anni è aumentata dell'80%”.