«No al petrolio e Fiano tutto l'anno: ecco la buona Irpinia»

Proposte per il futuro di questa terra. Parla uno dei protagonisti di questi giorni ...

L'Assessore al Turismo, agli Eventi e Alle Politiche Giovanili di Aiello del Sabato, Sebastiano Gaeta, parla di Fiano, economia e sviluppo territoriale

Avellino.  

«ll Fiano Music Festival è stato un gran successo: abbiamo registrato migliaia di presenze provenienti da fuori regione. Ma, terminato l’evento, cosa resta davvero al territorio?». Se lo chiede Sebastiano Gaeta, Assessore al Turismo, agli Eventi e alle Politiche Giovanili del Comune di Aiello del Sabato, riallacciandosi alla questione che Ottopagine ha sollevato nei giorni scorsi, ponendo l’attenzione sulla forte dualità che separa capoluogo e provincia quando si parla di identità territoriale e promozione turistica del territorio.

Assessore, cosa pensa manchi al Fiano e ai nostri eventi in genere per compiere il vero salto di qualità?

«Il Fiano Festival, così come le altre manifestazioni che animano la nostra provincia, non riescono ad assicurare una ricchezza continuativa per il territorio. Non c’è un copione d’insieme che coordini i diversi attori coinvolti: amministrazioni, privati e aziende. Se penso alla rassegna appena conclusa, sarebbe stato di certo più efficace collaborare con i grandi nomi legati alla produzione vitivinicola nostrana e invece, proprio i top brand, sono mancati»

Che ruolo giocano in questo processo le amministrazioni, gli imprenditori e i cittadini?

«Bisogna dare continuità agli eventi andando oltre quella logica dell’orticello che ha impedito al nostro territorio di compiere il salto di qualità che aspettiamo da troppo tempo. E’ fondamentale aprire un confronto attivo con il capoluogo, troppo spesso chiuso nelle sue posizioni. La politica, in questo processo di valorizzazione territoriale, ricopre un ruolo nevralgico: deve mettere gli imprenditori, i privati e gli enti che si spendono per il territorio, nella condizione di operare al meglio, valorizzando le loro competenze e attitudini, sfoltendo la burocrazia dove necessario, agevolando la loro azione il più possibile e rimuovendo tutti quegli ostacoli che finiscono per inaridire numerosi progetti, per quanto virtuosi, zavorrandoli con tempistiche di attuazione pachidermiche»

Come si sposta l'ottica di promozione territoriale dalla frammentarietà attuale a una visione d'insieme condivisa ed efficace?

«Senza una particolare attenzione al territorio e alle sue reali esigenze, ogni discorso legato allo sviluppo della provincia, è aria fritta. Se penso al Chianti, prendo atto che tanti territori coltivati a vite in Toscana sono posti sotto particolare tutela. Qui, invece, chiunque può di punto in bianco promuovere modelli di sviluppo che minano la salute del territorio e di chi lo abita. Il petrolio non è conciliabile con la storia, le caratteristiche morfologiche di questa terra, la nostra identità territoriale. Altre sono le risorse su cui puntare: su tutte proprio la nostra produzione vinicola, l’enogastronomia d’eccellenza, la natura, coniugate in quel modello di sviluppo territoriale complessivo che faccia fare all’Irpinia il salto di qualità che aspettiamo da tempo. La sfida adesso è, simbolicamente, far durare il Fiano Festival un anno intero e riuscire a coinvolgere le tante realtà straordinarie che animano la nostra provincia in un progetto d’insieme realmente efficace. Pena, restare quello che tutt’ora siamo: un’eterna incompiuta»

Andrea Fantucchio