"Lo sciopero nazionale di oggi delle lavoratrici e dei lavoratori di Industria Italiana Autobus è pienamente riuscito con adesioni al 100% negli stabilimenti di Flumeri, in provincia di Avellino e di Bologna, dove si sono svolti anche presidi e manifestazioni".
La posizione dei sindacati
E' quanto sostengono in una nota congiunta, alla luce della mobilitazione di quattro ore che era stata indetta per oggi, Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive secondo cui "chi ha la responsabilità di direzione dell'azienda, non può danneggiare quanto ottenuto dalle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori nella difesa e nella promozione della produzione di autobus e di mobilità pubblica nel nostro Paese".
Per questo, osservano, "la Fiom chiede che, unitariamente agli altri sindacati, si avvii subito il confronto con Leonardo e Invitalia presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per trovare una reale soluzione industriale, dal momento che le risorse del Pnrr possono costituire, insieme alle commesse, la garanzia per il futuro innovativo, produttivo e occupazionale degli stabilimenti di Flumeri e di Bologna". A giudizio dei due esponenti della Fiom, infine, "Industria Italiana Autobus è il perno del rilancio della produzione della mobilità collettiva green, ma è necessaria solidità finanziaria e industriale anche attraverso l'ingresso nel capitale di aziende del settore".
In campo anche la Regione Emilia-Romagna
Anche la Regione Emilia-Romagna sollecita all'Esecutivo un summit urgente. Lo fa al termine di un incontro, nella sede della stessa Regione, con i rappresentanti dei lavoratori della società e i segretari provinciali di Fim, Fiom e Uilm giunti in corteo indetto con la mobilitazione.
"E' necessaria e urgente un'operazione finanziaria - osserva l'assessore allo Sviluppo economico e lavoro, Vincenzo Colla - la Regione chiederà al Governo di convocare quanto prima il tavolo nazionale chiesto dai sindacati per rispondere alle difficoltà di liquidità di Industria italiana autobus e metterla nelle condizioni di accedere a fornitori e indotto e di soddisfare gli ordini per 700 bus. D'altronde - aggiunge - gli azionisti, come Invitalia e Leonardo, sono soggetti pubblici controllati dal Ministero dell'Economia". A giudizio di Colla, serve una "risposta chiara e rapida. È un paradosso che ci sia un'azienda che ha tanti ordini di bus ma debba attendere la lentezza delle decisioni degli azionisti per permettere la produzione industriale. Non possiamo permetterci, dopo il salvataggio degli anni scorsi, di ripiombare in un girone dantesco".
E poi, sottolinea ancora l'assessore emiliano-romagnolo, "sarebbe incomprensibile rimanere schiacciati tra finanza e mercato, visto il potenziale che ha oggi l'azienda: un portafoglio con 700 ordini di bus. Inoltre, col Pnrr devono andare a bando 3500 bus per il trasporto pubblico locale: se perdiamo Industria italiana autobus, l'unica azienda che li produce in Italia, noi cediamo l'opportunità di vendere i mezzi, insieme quindi ai fondi del Pnrr, alla tedesca Man, alla Mercedes, alla Renault o a Stellantis che li fa in Francia. Non possiamo permettercelo", conclude Colla.