Clinica Malzoni, sciopero il 6 febbraio

L'azienda anticipa l'incontro, venerdi il tavolo sindacale

Avellino.  

Dopo l’indizione dello sciopero alla clinica Malzoni e alla Diagnostica Medica arriva la convocazione dell’incontro con il Gruppo Malzoni.

L’appuntamento è fissato per venerdì alle 9.30 presso gli uffici di via Nazionale Torrette. Un atto distensivo che, però, si scontra con quello ufficiale di proclamazione dell’astensione dal lavoro da parte delle segreterie di Cgil, Cisl e Ugl. Anche qui con una novità. Dei due giorni previsti inizialmente se ne effettuerà uno solo che riguarderà l’intera giornata di venerdì 6 febbraio. E non domani e dopodomani come erroneamente riportato da qualcuno. L’estrema forma di protesta, infatti, potrà avvenire solo nella prossima settimana per il rispetto dei tempi tecnici imposti dalla normativa in materia e vigilati dalla Commissione di Garanzia. Nella nota informativa inviata al prefetto di Avellino, allo stesso organo di controllo, al questore e alla Casa di cura, i sindacati, inoltre, chiedono al Gruppo Malzoni di indicare il personale che sarà impiegato nei servizi essenziali e definire i contingenti attraverso una riunione chiarificatoria, almeno 48 ore prima della data indicata per lo sciopero.

«Il presidio - si legge nel comunicato - avrà luogo a partire dalle 8 nello spazio antistante l’ingresso principale della clinica Malzoni e proseguirà in corteo fino sede della Prefettura in Corso Vittorio Emanuele». Nel frattempo, ovviamente, resta attivo lo stato di agitazione che i sindacati hanno avviato dallo scorso 16 novembre, in seguito alla mancata erogazione degli stipendi e alla completa assenza di comunicazione sul futuro dell’azienda e dei lavoratori. Mentre si parla di astensione dal lavoro, però, come detto si registra anche la tanto attesa convocazione delle sigle sindacali da parte dei vertici del Gruppo Malzoni.

Con molta probabilità, dunque, il polverone alzato lunedì dalle organizzazioni sindacali ha raggiunto un primo importante obiettivo: quello di far riprendere il dialogo tra le parti. Ma adesso bisognerà vedere con quale tipo di impegno da parte dell’azienda si concluderà la riunione tanto attesa. Anche se a questo punto della vertenza sindacale solo un piano di risanamento e rilancio delle due strutture che preveda il mantenimento dei livelli occupazionali e dia le giuste prospettive ai lavoratori potrebbe farli recedere dall’intenzione di scioperare.

Alessandro Calabrese