Grano, bollette e guerra. "Costi di produzione alle stelle. Lo Stato intervenga"

L'amministratore del gruppo De Matteis : La produzione con materie prime nostrane regge alla crisi

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Avellino.  

Guerra in Ucraina e riflessi su imprese e mercati. Il contraccolpo è durissimo. Il forte aumento dei costi dell’energia, registrato negli ultimi mesi, è destinato a proseguire e a rinforzarsi con l’esplosione del conflitto. Il risultato?  Pesanti conseguenze sulle famiglie e sulle imprese. Marco De Matteis, amministratore delegato dell’omonimo pastificio di Flumeri e presidente della sezione alimentare di Confindustria Avellino, analizza i contraccolpi generati dall’incertezza internazionale, legata all’invasione dell’Ucraina, sui mercati mondiali e locali. Da un lato l’aumento dei costi dell’energia, dall’altro quello dell’approvvigionamento delle materie prime. Tiene sul mercato la filiera di produzione locale, come spiega l’amministratore De Matteis. 

«Le conseguenze di questa guerra, sono e saranno fortissime soprattutto per le tensioni alimentate sul mercato dell’energia, che in questo momento rappresenta il principale problema per le industrie di trasformazione, e ovviamente per l’inflazione che tutto questo sta generando».

Amministratore De Matteis, quali sono le difficoltà che sta patendo il settore?

“In affanno ci sono soprattutto le industrie di trasformazione di grano tenero quindi di farina, biscotti e prodotti da forno. Sulla produzione della pasta, invece, le importazioni di grano duro di questa origine non sono elevatissime: a livello nazionale non si arriva al 10%. Ma c’è da dire che già da mesi viviamo una carenza legata ad una ridotta possibilità di import dal Canada e dagli Stati Uniti”.

Le aziende e i costi di lavorazione. A Quanto ammontano gli aumenti?

“I costi di produzione sono schizzati alle stelle. Basti pensare che il costo dell’energia è salita anche del 500% rispetto a giugno 2021. E’ tempo di misure straordinarie e interventi ministeriali, per garantire la produttività agroalimentare, come quella di altri settori, che devono utilizzare grandi quantità di energia”.

In che senso?

“Attualmente tutta l’industria energivora sta sospendendo dei costi in filiera assurdi, tra aumento del costo delle materie prime e dei costi di lavorazione, che lievitano indiscriminatamente”. 

La vostra industria come si sta muovendo?

Fortunatamente abbiamo investito in una filiera di approvvigionamento italiano negli anni. In questo particolare momento storico questa strategia rappresenta la nostra salvezza, perché , nei fatti, non abbiamo problemi per il reperimento delle materie prime”. 

Grano Armando, la filiera di produttori di pasta con grano 100% italiano che conta solo tra Irpinia e Sannio l’adesione di 180 agricoltori su un totale di 800 sta funzionando come uno scudo protettivo, in questo particolare momento storico…

“Con la nostra filiera abbiamo garanzia di continuità della produzione e della qualità dei prodotti che realizziamo”.

Insomma la qualità voluta per la produzione in passato è diventata garanzia di disponibilità, possiamo dirlo, in tempo di guerra?

“Assolutamente sì. Per questo ora servono misure straordinarie così da tutelare tutte le imprese alle prese con questa guerra anche dei mercati”.

Il Governo cosa deve fare?

“Mitigare i costi e farlo subito per i prossimi 6-12 mesi. Non è giusto imprenditori e consumatori, famiglie, paghino il prezzo di una debolezza strutturale di un Paese, che nella sua storia recente non ha ben lavorato su corrette transizione energetiche che avrebbero potuto garantire una maggiore indipendenza e forza economica e strutturale della sua industria. Una situazione straordinaria, richiede interventi altrettanto straordinari. Quello che sta accadendo adesso con il blocco delle catene di fornitura e del sistema della logistica, l’aumento dell’energia e ora la crisi ucraina con il conseguente aumento dei cereali sui mercati internazionali, determina un mix di criticità assolutamente pericolose. Si deve intervenire. Lo si deve fare subito per poter preservare e assicurare continuità produttiva al settore agroalimentare, come a tutte le attività produttive”.