Videocall oggi pomeriggio tra i sindacati di Flumeri e Bologna e il top top management di Industria Italiana Autobus. I livelli di produttività dell’azienda di Flumeri sono maggiormente performanti: si producono 35 autobus al mese che è l’equivalente della produzione dell’intero anno 2018. Il portafoglio ordini acquisiti, stando a quanto affermano i sindacati, conferisce fiducia nel prossimo futuro: 600 autobus; destinato ad incrementarsi in virtù delle disposizioni contenute nel Decreto Rilancio che offre garanzie di finanziamento del 100% per l’acquisto di autobus per il piano TPL, già incentivato dal Governo. Da settembre ripartono le gare Consip.
Il management della IIA ha comunicato, inoltre, la fiducia degli istituti di credito con conseguente disponibilità di maggiore liquidità oltre al ricorso alle disposizioni contenute nel Decreto Liquidità con garanzia Sace per un prestito per un ammontare di 35 mln di euro.
I cantieri di edilizia civile sono quasi ultimati (copertura padiglione officina – impianto di riscaldamento e condotta metano) mentre gli investimenti in industrializzazione procedono con il ripristino della funzionalità della cataforesi il cui completamento è previsto entro il mese di luglio. Continua il programma di ricambio generazionale con ingresso di giovani professionalità (sia operai diretti che ingegneri) in entrambi i siti di Flumeri e Bologna.
Per quanto riguarda l’assetto societario, ci sarebbero nuove, e più qualificate, manifestazioni di interesse che sono in corso di valutazione, ferma restando la continuità della permanenza transitoria da parte di Invitalia nella partecipazione azionaria.
La Fim-Cisl “nel rinnovare la disponibilità a seguire percorsi di relazioni industriali improntate alla partecipazione ed alla responsabilità, ha ribadito la richiesta di un confronto in sede ministeriale e un focus specifico sulle problematiche dello stabilimento di Flumeri da tenersi in presenza nel sito ufitano, con la partecipazione necessaria ed indispensabile di tutto il Consiglio di Fabbrica e delle organizzazioni territoriali”.
La Fiom Cgil, dal canto suo, “ritiene positivo l’incontro anche se c’è ancora molto lavoro da fare e per mettere realmente in sicurezza l’intero perimetro aziendale bisogna accelerare. È necessario poi che il Mise, sollecitato più volte dalle organizzazioni sindacali, convochi le parti. La ricerca del socio industriale ancora non ha portato novità e in un sistema industriale colpito pesantemente dalla crisi devono essere messi a disposizione tutti gli strumenti per tutelare, lavoratrici e lavoratori, stabilimenti e prodotto di una azienda che ha imboccato la strada del rilancio ma che ancora non è del tutto stabile”.