Si terrà domani alle ore 12 la videoconferenza tra il sindacato e il prefetto di Avellino per discutere della eventuale sospensione dell’autorizzazione voluta dalla Ema di riaprire i cancelli per riprendere le attività. Un incontro richiesto anche dai sindaci irpini del territorio di riferimento. Secondo Luigi Simeone, segretario provinciale della Uil, a quattro settimane dal blocco delle attività vanno adottate misure severe in quella che viene individuata come fase cruciale per la lotta al Covid-19.
"Sulla base di non si capisce quali emergenze e determinazioni di attività “essenziali” vengono chiamati a riprendere le attività con il rischio di essere potenzialmente nocivi per se stessi e per il resto della comunità lavorativa e familiare.
In questi giorni difficili , abbiamo provato anche in sede di confronto in Prefetture a far capire che non siamo contro la ripresa delle attività - spiega Simeone -, ma vorremmo che il faro fosse la ineludibile ripresa a favore del bene comune, che in questo istante storico, non è il reddito di impresa, ne il mercato che non aspetta, e nemmeno la piena retribuzione, bensì la sicurezza per se stessi e per gli altri".
"I paradigmi con cui abbiamo affrontato il confronto e talvolta il scontro tra aziende e lavoratori, tra capitale e lavoro sono stati stralciati da un nemico invisibile - continua Simeone -, che ha messo a nudo tutti i limiti dei singoli interessi, qualunque essi siano stati, fino a metterli abbondantemente in secondo piano rispetto a quelli generali. Un concetto con cui ci siamo confrontati tutti, con solerti dissertazioni che non hanno quasi mai visto trasformazioni e implementazioni nella realtà, perché traditi per interessi di parte e parziali - spiega Simeone -.
L’intervento dello stato non potrà essere a tempo, il capitale da solo non giustifica l’inserimento del profitto in ogni settore ed attività, a tutti gli Italiani oggi più che mai interessano una Sanità pubblica, trasporti pubblici efficienti, una welfare vero universale e ogni iniziativa imprenditoriale deve fare necessariamente i conti, con il trasformato mondo che non può sottostare alle logiche che ci hanno consegnato un Paese diviso, diverso e debole, per uscire tutti da questa pandemia bisogna rivisitate per tempo il metodo d relazione, coscienti che distribuzione della ricchezza e del capitale sarà soggetta a logiche diverse e che ancora non abbiamo conosciute, ma non per questo ci devono spaventare e dividere”.