Concorso Regione Campania sospeso dal Tar: da rifare

Secondo il tribunale amministrativo «Violato il principio dell’anonimato delle prove»

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Avellino.  

I giudici del Tar Campania hanno sospeso la procedura concorsuale per l’assunzione di 950 unità di personale a tempo indeterminato presso diversi uffici della Regione Campania.  

Diversi candidati esclusi, per il tramite dello studio legale Leone Fell & C., hanno promosso un ricorso per contestare le modalità operative con cui il Formez e la Commissione Ripam hanno gestito la selezione.

Così i Giudici, con ordinanza n. 218 del 12 febbraio, hanno stabilito che «sussistono i presupposti per l’accoglimento dell’istanza cautelare, sia pure, per quanto si preciserà infra, nei limiti della sospensione della procedura concorsuale in corso, non resistendo i gravati atti alle censure demolitorie dedotte con il primo motivo di ricorso».

Sicché, il concorso sarà sospeso fino al prossimo 6 ottobre, giorno in cui si terrà l’udienza pubblica che dovrebbe definire il processo.

Il ricorso che ha portato alla decisione odierna dei giudici amministrativi è quello, per diversi candidati esclusi, presentato dallo Studio Legale Leone Fell & C., in cui venivano contestate "le modalità operative con cui il Formez e la Commissione Ripam hanno gestito la selezione".

"Sussistono i presupposti per l’accoglimento dell’istanza cautelare, sia pure, per quanto si preciserà infra, nei limiti della sospensione della procedura concorsuale in corso, non resistendo i gravati atti alle censure demolitorie dedotte con il primo motivo di ricorso", spiega il Tar. Insomma, tutto fermo fino al prossimo 6 ottobre, giorno in cui è fissata l'udienza per la definizione del processo.

La principale contestazione da parte degli esclusi riguarda il presunto mancato rispetto del principio dell’anonimato delle prove preselettive. "Si tratta di garanzie procedurali che consentono la parità di trattamento tra i candidati e la valutazione obiettiva dei loro elaborati", spiegano i legali cui si deve il ricorso, ovvero "il rispetto del principio risponde all’esigenza di salvaguardare la segretezza degli autori delle prove scritte fino a quando la correzione non sia stata ultimata".

"Indecente. È l’unico aggettivo che si può usare per definire la farsa dei concorsi nella Pa 'organizzati' da De Luca. Mesi per correggere le prove, graduatorie che cambiano misteriosamente e ora si scopre persino che gli elaborati dei candidati sarebbero riconoscibili,  come evidenziato oggi dal Tar sospendendo il concorso. È  indecente che la speranza di futuro per i giovani della Campania venga spenta da questa politica incapace e clientelare. De Luca chieda scusa ai nostri ragazzi e alle loro famiglie". Così in una nota Severino Nappi, Il Nostro Posto.