Si sentono del tutto scaricati, abbandonati, senza un lavoro e senza sapere nemmeno a chi rivolgersi per avviare il percorso degli ammortizzatori sociali. Per i 27 lavoratori della Fib Sud il 2020 è cominciato davvero in modo drammatico. Questa mattina gli operai dello stabilimento di Nusco manifestano davanti alla Prefettura di Avellino per sollecitare una soluzione alla loro vertenza che si annuncia atipica.
Dopo il danno della cessazione dell’attività e il conseguente licenziamento collettivo, infatti i lavoratori rischiano pure la beffa. Dal primo gennaio, infatti, la proprietà della FibSud ha revocato il fitto di ramo azienda ed ha restituito i macchinari ed i lavoratori alla curatela fallimentare della società Mp. Una procedura che, però, è stata giudicata illegittima dalla stessa curatela: sindacato e lavoratori non sanno chi è l’interlocutore. «I lavoratori sono vittime di un’azienda che ha prima disatteso tutti gli accordi precedentemente sottoscritti e, poi, ha pure inspiegabilmente revocato il percorso definito» tuonano i rappresentanti sindacali di Fiom e Uilm.
L’azienda, gruppo Seri della famiglia Civitillo, realizzava accumulatori elettrici. Tra i motivi della decisione il perdurare della grave crisi del mercato after market e nella concorrenza operata da altri Paesi. Difficili misure alternative alla procedura di licenziamento collettivo considerato il carattere strutturale della contrazione dell’attività. La proprietà è la stessa della Ics di Pianodardine (distrutta dalle fiamme a settembre) con la Repiombo di Calitri. I rappresentanti sindacali hanno chiesto un incontro per provare a ricercare una soluzione alternativa, legata all’eventuale ripartenza della Ics.